Lo schiaffo del Papa e l'ombra del Dragone
1 Ottobre 2020 - 17:00La lingua batte dove il dente duole. Dietro l'irritazione vaticana c'è la consapevolezza di quanta ragione abbia il segretario di Stato Mike Pompeo
La lingua batte dove il dente duole. Dietro l'irritazione vaticana per l'invito statunitense a non rinnovare l'accordo con Pechino sulla nomina dei vescovi c'è la consapevolezza di quanta ragione abbia il segretario di Stato Mike Pompeo quando ricorda che la Cina è uno dei Paesi dove la libertà religiosa è più a rischio. Non a caso i primi a chiedere al Vaticano di rinunciare a quell'intesa sono i cattolici cinesi. «Chiedo al Santo Padre di non rinnovare l'Accordo con la Cina, perché ciò potrebbe minacciare la sopravvivenza della Chiesa in Cina, portandoci sulla via della disperazione» - scriveva Benedetto, un fedele della Cina del nord in una testimonianza pubblicata il 30 luglio scorso da Asia News, l'agenzia missionaria presente in tutto il Paese. Dietro quella testimonianza vi è la rabbia per un accordo che ha reso ancor più capillare il controllo sui luoghi di culto. Ormai non vi è chiesa dove l'accesso dei fedeli non sia controllato da telecamere collegate al sistema di sicurezza. Ancor più coercitivi sono gli obblighi imposti a preti e sacerdoti costretti ad accettare la supremazia del Partito, esercitare solo dentro le chiese, contribuire allo sviluppo del comunismo, evitare i rapporti con gli stranieri e a negare educazione religiosa e accesso ai luoghi di culto ai minori di 18 anni. Regole che - ricorda il direttore di Asia News Bernardo Cervellera- trasformano i sacerdoti in «funzionari di Stato». A tutto ciò s'aggiungono le distruzioni di molte chiese, le rimozioni di croci dalle facciate e le violenze fisiche. Nell'articolo in cui chiede la cancellazione dell'intesa Mike Pompeo ricorda, non a caso, la sorte di padre Paul Zhang Guangjun bastonato e fatto sparire dopo il rifiuto d'aderire alla Chiesa controllata dal Partito. Un caso portato alla luce non dalla propaganda americana, ma dalla cattolicissima Asia News. Ancor più sconcertante è il silenzio del Vaticano sulle vicende di una Hong Kong dove il 12 per cento degli abitanti è cristiano e dove la presenza cristiana tra le file dell'opposizione è ancor più rilevante. E infatti Pompeo non è il solo a non venir ricevuto dal Papa.
Prima di lui è stato tenuto alla porta monsignor Joseph Zen, il battagliero cardinale di Hong Kong volato a Roma una settimana fa per chiedere a Francesco la nomina di un vescovo pronto a difendere la libertà della sua città.
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