Se la censura di Facebook non vale per chi offende i cristiani

La pagina Facebook "Musulmani contro il Natale", come previsto, si è rivelata un fake. Ma sul social network si moltiplicano le pagine offensive nei confronti dei cristiani che "non violano gli standard della comunità"

Se la censura di Facebook non vale per chi offende i cristiani

Alla fine, come previsto, si è trattato di uno scherzo. “Vabbuò dai, ci siamo divertiti”, scrivono gli amministratori di “Musulmani contro il Natale” svelando il segreto (di Pulcinella): la pagina che ha fatto discutere centinaia di utenti nelle ultime settimane non è altro che un fake. Ma se l’intenzione dei “troll”, come si chiamano in gergo, era quella di fare satira, a molti è parsa, se non altro, di pessimo gusto.

La pagina dei “musulmani” che millantavano di voler “eliminare” il Natale, sia pure per gioco, è nata, infatti, nel dicembre del 2016. Pochi giorni prima che un terrorista islamico decidesse di cancellare davvero il Natale di dodici vite innocenti e delle loro famiglie. Vite spezzate dalla follia di quel jihadista tunisino che in nome di Allah è piombato con un tir sulla folla intenta a fare acquisti, tra le luci calde e il profumo di biscotti, nel mercatino di Kurfürstendamm, a Berlino. Da ridere, insomma, c’era ben poco. Ma il nostro umorista 2.0 se ne infischia e, nonostante la strage, continua ad aggiornare la pagina con frasi del tipo: “Quando avremo finito la jihad contro il natale (festeggiamento falso) ci occuperemo anche della pasqua”. E ancora: “Bisogna chiamare il presidente delle scuole di dove vanno i nostri figli e fare togliere il presepio”. L’intento, dichiara il creatore della pagina al quotidiano La Stampa, era quello di “fare leva sullo spirito paranoico della gente, dopo aver chiacchierato della cosa con alcuni amici musulmani”. Poco importa se, nel frattempo, l’Isis ci minaccia. Se i tagliagole annunciano di voler colpire “gli adoratori della croce”. Se l’Europa ancora piange le stragi che l’hanno insanguinata e si prepara ad evitarne altre.

Ma gli stessi contenuti che alcuni hanno trovato spiritosi, non sono passati inosservati agli occhi di molti utenti, che li hanno più volte segnalati senza però riuscire a farli rimuovere. Nonostante il tam-tam di denunce, per gli amministratori del social network più popolare al mondo quelle frasi inneggianti all’odio anticristiano evidentemente non costituiscono un problema. Come è possibile? Abbiamo provato anche noi a inviare una segnalazione e, in tempi prontissimi, ci siamo sentiti rispondere che la pagina non può essere chiusa perché i suoi contenuti “non violano gli standard della comunità”. Ma questa, purtroppo, non è un’eccezione. Basta navigare un po’, infatti, per rendersi conto che il web pullula di pagine che offendono la religione cristiana senza incorrere in alcuna censura. Sono decine quelle che esortano al vilipendio, dove bestemmie e offese sono all’ordine del giorno. La lista è lunghissima, le pagine si aprono una dopo l’altra come scatole cinesi e ci offrono una vasta gamma di frasi, immagini e aforismi sconvolgenti. C’è addirittura chi sostiene che dovremmo ringraziare il Califfato qualora dovesse colpire, come promesso, il Vaticano. Anche i due Papi sono presi di mira. Francesco è raffigurato mentre è al bagno con un rotolo di carta igienica tra le mani o nella veste di Satana, mentre al Papa emerito va anche peggio: un fotomontaggio lo ritrae con il viso tumefatto da lividi bluastri (Guarda il video).

Quando si parla di minacce e offese ai cristiani, insomma, il cervellone della Silicon Valley sembra chiudere un occhio: si tratta di "satira" e dobbiamo prenderla per quella che è.

Ma se la scure del politicamente corretto in passato si è abbattuta per molto meno su personaggi pubblici, religiosi e persino su opere d’arte, viene da domandarsi se i censori 2.0 non usino due pesi e due misure. E, come al solito in questi casi, quale sia il confine tra ironia e intolleranza.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica