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Se chi produce è un optional

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Ieri mattina Giuseppe Conte, nel chiedere la fiducia in Parlamento, si è scordato di alcuni milioni di cittadini solo per caso residenti nelle zone più produttive d'Italia. Inutile la parziale marcia indietro pomeridiana: «Daremo attenzione al Nord». Il Nord crea ricchezza per tutti ma resta uno sconosciuto per questo esecutivo. Al contrario, Conte è stato prodigo di rassicurazioni per il Mezzogiorno, tutte nel segno dell'assistenzialismo. Colpo finale, il neoborbonico presidente del Consiglio ha di fatto affossato le autonomie, pur senza dirlo esplicitamente. Veneti e lombardi possono salutare con la manina la maggior parte delle competenze richieste (e previste dalla Costituzione tanto amata da Conte). Infatti non si può correre il rischio di «creare un Paese a due velocità, che aggravi il divario tra il Nord e il Sud». Una scelta miope: l'autonomia non toglie un euro a nessuno e non costa allo Stato un euro in più. Premia la buona amministrazione e permette di spendere sul proprio territorio i soldi risparmiati. Insomma, proprio il Sud avrebbe bisogno di maggiore autonomia e non delle solite, inutili Casse del Mezzogiorno, riesumate dalla nuova maggioranza. Il governo si ripromette di ampliare l'offerta di lavoro, «particolarmente al Mezzogiorno»; di aumentare i posti negli asili nido, «soprattutto nel Mezzogiorno»; di ridurre la fuga dei cervelli, «soprattutto quelli del Sud». Beh, ci sarà almeno un accenno al Nord nei capitoli riservati alle imprese e agli investimenti... Infatti c'è: «L'azione di rilancio degli investimenti passa necessariamente dall'abbattimento del divario fra Nord e Sud». Avete già capito cosa farà Conte. L'immancabile «piano straordinario di investimenti per il Mezzogiorno» accompagnato dalla «istituzione di una banca pubblica per gli investimenti che aiuti le imprese e dia impulso all'accumulazione di capitale fisico, umano, sociale e naturale del Sud». Tutta roba inedita, geniale, a cui non aveva pensato ancora nessuno. Si vede proprio che è un governo di svolta (verso la sinistra degli anni Settanta). Sia chiaro: non ce l'abbiamo col Mezzogiorno. Il Sud subirà l'ennesimo danno, questa volta ascrivibile all'esecutivo, se Conte continuerà a battere la strada dei suoi predecessori. Il Sud non ha bisogno di paternalismo e dirigismo, la medicina nociva che deve inghiottire da troppo tempo: ha bisogno di libertà proprio come il Nord. Il Conte neoborbonico inoltre finge di ignorare che i cittadini veneti e lombardi hanno votato per l'autonomia in un referendum consultivo dal risultato molto chiaro.

Evidentemente, la loro opinione non ha importanza. A questo punto, visto il discorso programmatico, che cancella anche la flat tax e fa passi indietro sull'immigrazione, speriamo che il governo si addormenti e non faccia niente per l'Italia, sarebbe già molto.

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