Noi da laici, forse addirittura eretici, abbiamo seguito con un certo interesse la cerimonia di inaugurazione dell'Anno Santo straordinario indetto da Francesco. La tv ci ha consentito di farlo nel modo più comodo: seduti in poltrona. Tutto ciò che è religioso merita un altrettanto religioso rispetto. Sarebbe assurdo essere critici nei confronti di una manifestazione del genere, che ha coinvolto una folla immensa, commossa, trepidante. Il Papa è il capo della Chiesa, rappresenta per i credenti il successore di Gesù in terra ed è giusto che essi si inchinino a lui pieni di speranza in un mondo pieno di problemi, di sofferenze e di minacce.Trattandosi del Giubileo della Misericordia, tutta l'umanità è opportuno che apprezzi lo sforzo del Santo Padre per aprire le porte alla pace e alla tolleranza. In questi casi ci si può, o ci si deve abbandonare senza timori anche a qualche eccesso retorico. Lo spettacolo offerto dalla gente assiepata lungo le strade percorse dal Pontefice per raggiungere la statua dell'Immacolata, in piazza Mignanelli (attigua a piazza di Spagna, cuore di Roma) è stato toccante.Anche perché Francesco, come suole, non si è risparmiato: ha stretto mani protese, accarezzato bambini, confortato chiunque gli chiedesse un cenno di attenzione. Segnaliamo soltanto una nota poco gradevole o comunque non in sintonia col clima spirituale creatosi ieri nella Capitale. Un clima di modestia, nel senso di profilo basso della manifestazione, priva di sfarzo, nessuna ostentazione di opulenza: la cosiddetta papamobile, cioè la vettura che ha trasportato il Papa non era altro che una Ford Focus, auto popolare di piccola cilindrata, in linea con la sobrietà dello stile francescano. Veniamo al sodo. Ogni anno, per lustri e lustri, in occasione della ricorrenza dell'Immacolata, il Pontefice si era recato in piazza Mignanelli allo scopo di rendere omaggio alla Madonna, transitando da via dei Condotti, notoriamente sfavillante di vetrine, elegante e meta specialmente di turisti stranieri. Lo scorso anno Bergoglio fece eccezione: interruppe la tradizione e motivò la propria decisione di astenersi da visitare il sito con il desiderio di non «essere distratto».
I commercianti ci rimasero male, non compresero tale scelta, ma furono costretti a rassegnarsi. Ieri speravamo che il Santo Padre avesse avuto un ripensamento e non escludesse il proprio passaggio in via dei Condotti.E invece non ha ripensato un bel niente e ha evitato di attraversare la zona dello shopping d'alto bordo, suscitando la delusione dei negozianti desiderosi di trascorrere alcuni momenti con lui. Non solo. Egli ha perfino rinunciato alla rituale sosta nella chiesetta settecentesca situata all'imbocco della rinomata strada degli showroom. Come mai? Il Vaticano, con linguaggio curialesco, ha fornito una spiegazione che, tradotta in lessico corrente, suona così: si avvicinano le feste natalizie, viviamo un periodo di grande affanno, i poveri aumentano e bussano a cassa, cosicché per non insultare la miseria conviene che il Papa non si faccia vedere accanto a botteghe che espongono prodotti costosi e alla portata soltanto dei signori.
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