I rapporti tra maschi e femmine non saranno più gli stessi, esiste un ante W e un post W, un prima e dopo il caso Weinstein, dal nome del produttore hollywoodiano assurto, suo malgrado, a moderna icona di una virilità straripante e sguaiata. A compulsare il decalogo anti-molestie adottato dalla emittente televisiva Nbc, si stenta a crederci, giornalisti e dipendenti della popolare rete a stelle e strisce dovranno attenersi alle rigide norme sui rapporti tra colleghi: obbligo di denunciare relazioni in ufficio, mai condividere un taxi per tornare a casa, divieto di abbracci «con contatto corporeo». Così l'azienda, che ha già licenziato in tronco il suo conduttore più famoso, Matt Lauer, pagato 25 milioni di dollari l'anno prima che le accuse a mezzo stampa di alcune donne ne decretassero la damnatio memoriae, tenta di tutelare la propria immagine secondo il dogma della correttezza di genere. L'esito rasenta il grottesco: in caso di tresche o relazioni inappropriate, i dipendenti vengono esortati a fare le spie, a denunciare i colleghi all'ufficio Risorse umane o rivolgendosi direttamente all'apposita linea telefonica anti-molestie. La delazione diventa comportamento virtuoso, arma formidabile di quella polizia del quotidiano che s'intrufola nelle vite degli altri per scandagliarne il privato alla ricerca dell'inciampo peccaminoso che, nel caso di rapporti adulterini o amorazzi d'ufficio, si scontra con la libera volontà di individui adulti e consenzienti. Provate soltanto a immaginare la canea di sospetti, pettegolezzi e maldicenze che infesteranno i rapporti tra colleghi, un vero incubo. Né sarà consentito accettare un passaggio in taxi dopo aver tirato tardi in redazione con un collega, non sia mai. La galanteria cavalleresca si trasforma nell'anticamera della molestia, al pari di un abbraccio, segno di gioia condivisa per uno scoop azzeccato, un traguardo raggiunto o un compleanno da celebrare, il gesto d'affetto dovrà durare pochi secondi, «con immediato rilascio», per non dar adito a fraintendimenti e illazioni. Nell'isteria collettiva nutrita di puritanesimo e politicamente corretto, le relazioni di potere, da cui nessuna organizzazione del lavoro può prescindere, sono intese come sinonimo di abuso, nell'inferno in terra ogni uomo è presunto colpevole, molestatore vero o potenziale, e ogni donna è vocata al ruolo di vittima per forza. La verità dei fatti non conta, ancor meno rileva la verità assai più complessa delle relazioni tra le persone che, prima che maschi o femmine, superiori dirigenti o sottoposti, sono esseri umani.
Gentilezze, complimenti e avance si confondono con atti di molestia o, addirittura, violenza, in un calderone in cui l'unica preoccupazione è quella di apparire inattaccabili, fanaticamente devoti alla religione della correttezza di genere.Ma si tratta, per l'appunto, di fanatismo, oppio per i popoli e niente più.
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