Cronache

Se lo sciopero è un boomerang per gli enti locali

Può essere un inizio interessante, capace di sviluppi promettenti

Se lo sciopero è un boomerang per gli enti locali

Può essere un inizio interessante, capace di sviluppi promettenti. È infatti da salutare positivamente che il Procuratore generale della Corte dei Conti, Angelo Canale, in un suo atto d'indirizzo abbia affermato che, in caso di scioperi conseguenti a comportamenti scorretti da parte di enti locali, possano essere questi ultimi a sostenere gli oneri conseguenti all'interruzione del lavoro. Se il danno alla comunità è addebitabile a responsabilità ben precise, è bene che siano individuate.

Se per esempio si ha un conflitto nell'ambito dei servizi appaltati ed esso può essere ricondotto al comportamento di amministrazioni locali che non agiscono correttamente (ritardando i pagamenti, ad esempio), è giusto che siano le stesse strutture pubbliche a essere chiamate in causa. Ricostruire le connessioni causali non è soltanto utile a definire quanto è avvenuto: può anche aiutare a comprendere chi va sanzionato affinché certe cose non avvengano.

In fondo, uno dei maggiori problemi della società italiana è il fatto che nessuno risponde mai di nulla. Stavolta si prova a spezzare il circolo vizioso creato da enti mal gestiti che non corrispondono il dovuto a quelle imprese private che, di conseguenza, si trovano a fronteggiare contestazioni e scioperi, dato che sono nell'impossibilità di pagare i loro dipendenti.

Non si tratta soltanto di far sì che le risorse siano impiegate al meglio. Si tratta soprattutto di creare un sistema di incentivi che metta ognuno di fronte alle proprie responsabilità e induca ad agire nel modo più corretto possibile.

Vi sarebbe, comunque, un ulteriore passo da compiere. Anche all'interno dell'ente pubblico si dovrebbe individuare la responsabilità di chi non ha fatto quello che doveva e di chi ha ignorato i propri doveri. Gli enti in quanto tali non agiscono: soltanto coloro che li amministrano agiscono e quindi essi devono essere individuati quali responsabili. Bisogna che insomma si inizi ad affermare il principio che «fare politica» non può legittimare qualsivoglia azione oppure omissione.

Una delle nostre piaghe principali è il venir meno del principio di responsabilità, dal momento che siamo diventati campioni nel fare a scaricabarile. Eppure dietro al cattivo funzionamento di ogni istituzione ci sono sempre soggetti in carne e ossa, con tanto di nomi e cognomi.

Non sarebbe male che ogni tanto venissero alla luce e venissero chiamati a rispondere dei loro errori.

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