Se Toti fa l'ospite quando serve un padrone di casa

Il futuro di Forza Italia

Se Toti fa l'ospite quando serve un padrone di casa

L'amico Giovanni Toti, ottimo amministratore della Liguria, è inquieto e dà l'impressione di voler accelerare il suo distacco da Forza Italia per creare un non meglio precisato «fronte sovranista». Lo fa girando l'Italia quasi sempre ospite di eventi politici organizzati da Fratelli d'Italia, partito custode della destra storica oggi stimato fra il tre e il quattro per cento. Da delfino di Berlusconi a ospite fisso di Giorgia Meloni è un salto onestamente incomprensibile, che fra l'altro non rende onore alle indubbie qualità dell'uomo. Ma soprattutto non se ne capisce il senso politico. Il fronte alla destra di Forza Italia esiste da sempre, con una identità chiara e ben presidiata prima da An e poi da Fratelli d'Italia, partito oggi ben guidato da Giorgia Meloni. Anche il pontiere tra questa frangia destra-destra e il mondo più moderato del centrodestra è già su piazza, si chiama Matteo Salvini e con la sua Lega viaggia, secondo i sondaggi, attorno al trenta per cento dei consensi.

La domanda banale è: perché mai Forza Italia dovrebbe mettersi al servizio di offerte politiche già esistenti e ben presidiate? Se la risposta di Toti fosse: «Perché cerco qualcuno che mi ricandidi alle prossime elezioni» lo capirei e gli farei gli auguri. Ma se così non fosse - e conoscendolo sono certo che non è - perché voler portare i liberali su un terreno che non potrà mai essere il loro se non appunto come «ospiti», per di più indesiderati o al massimo sopportati (lo dico a ragion veduta) come è lui oggi quando sale su palchi che a stento trattengono il braccio teso?

I tanti italiani che hanno eletto Giovanni Toti prima al Parlamento Europeo e poi a governatore della Liguria, cercano e chiedono altro, semmai l'inverso. E cioè di portare le destre-destre sotto l'ombrello dei moderati, impresa in passato riuscita a Silvio Berlusconi. Non è aria? Possibile, ma l'inverso resta una opzione non percorribile, nei fatti ancora prima che nei principi.

Penso che Toti si stia vendicando di essere stato isolato nel partito non tanto da Berlusconi, ma dai vari «cerchi magici» che presidiano il leader. Lo posso capire, ed è possibile che abbia le sue buone ragioni, ma questo non lo autorizza a coinvolgere tutti noi in beghe private.

Come giustamente scriveva ieri Ernesto Galli della Loggia sul Corriere, il problema dei liberali oggi è la debolezza delle proposte alternative al sovranismo. Se Toti la smettesse di fare l'ospite dei sovranisti e facesse il padrone di casa (la nostra) potrebbe essere un buon contributo a iniziare a risolvere i problemi.

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