Cronache

Sicilia, monastero dell'anno mille pignorato per 3800 euro

L'assurda vicenda a Frazzanò, nel messinese, dove un monastero normanno del 1090 è stato pignorato da un privato per un credito di 3.800 euro vantato nei confronti del comune. E ora il bene rischia di andare all'asta

Sicilia, monastero dell'anno mille pignorato per 3800 euro

Il monastero medioevale di San Filippo di Fragalà, uno dei più antichi di tutta la Sicilia, rischia di essere messo all’asta per un debito del Comune.

Una storia assurda che riguarda un piccolo centro del messinese, Frazzanò, la cui amministrazione municipale risulta debitrice, dal 2015, nei confronti di un privato, per un importo di 3.800 euro. Come racconta un avvocato del posto, Eugenio Benvegna, “dopo diversi tentativi di pignoramenti mobiliari andati a vuoto, il creditore ha pignorato un fabbricato rurale con terreno circostante di proprietà del Comune”, che, da parte sua, non si è opposto al pignoramento.

Ma su quel colle che sorge tra Frazzanò e Longi, tra i noccioleti dei Nebrodi, c’è qualcosa di molto più prezioso: l’abbazia benedettina fondata nel 1090 per volere di un condottiero normanno, il Conte Ruggero. Un monastero ricco di storia e arte, che ospita al suo interno la più antica chiesa normanna al mondo, adornata con pregiati affreschi di epoca bizantina.

Dopo la scoperta fatta dal custode e del perito incaricati dal Tribunale di Patti, il sindaco è corso ai ripari offrendo “in pagamento del credito un grande dipinto che occupa tutta una parete di un salone”. Il creditore, però, secondo il resoconto del legale, “ha ritenuto di non potere accettare l'offerta”. Così la disputa è arrivata nuovamente davanti al giudice. “Il sindaco gli ha fatto causa e ha speso, sin qui, circa dodicimila euro di spese legali per la difesa del Comune, ma non ha pagato i 3.800 euro”, ha commentato l’avvocato che ha sollevato la vicenda paradossale.

Ora il rischio è che il monastero finisca all’asta. Un’eventualità respinta, come si legge sull’Huffington Post, dallo stesso sindaco del paese, Gino Di Pane, il quale ha assicurato di essersi opposto al pignoramento, offrendosi di pagare il debito. A dipanare il bandolo della matassa dovrebbe pensarci una consulenza tecnica prevista per il prossimo 15 dicembre.

Ma nel frattempo il destino del gioiello normanno resta incerto.

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