Forze dell'ordine impotenti di fronte al racket della droga. È questo il quadro desolante che emerge dopo la vicenda choc di Prato rivelata dalle Iene.
"Vedi quello spacciatore? Se lo arresto, tra due giorni è di nuovo in giro per Roma. È come svuotare il mare con un colapasta", l'agente di polizia in borghese scrolla le spalle. Chiama la centrale più che altro per senso del dovere. Siamo al Pigneto quello che una volta era un quartiere popolare. Succede a Roma, come a Milano, Torino, Catania. Ma non solo. Anzi, nelle piccole città, lontano dai riflettori, la droga si vende in centro. Prato - come ha dimostrato due giorni fa un servizio de Le Iene - Pisa, Parma, Padova. "È diverso dagli anni 70 quando per trovare una dose dovevi andare nelle periferie. Ora le pastiglie, la coca le trovi nei posti di moda. La droga dei disperati è stata sostituita da quella di chi si diverte", conclude il poliziotto.
Niente carcere per gli ambulanti della droga, così è previsto dalla legge, di fronte alla quale sia magistrati che forze dell'ordine sono impotenti: "Nel 2014 la pena massina per l'ipotesi lieve di spaccio è scesa a quattro anni. Ma la custodia cautelare in carcere è prevista solo per reati che prevedono una pena massima di almeno cinque anni", spiega Paolo Borgna, pm di Torino. Risultato? "La polizia in flagranza di reato può anche arrestare gli spacciatori, ma dopo 48 ore te li ritrovi liberi", ha poi continuato. A Prato tra la stazione di Prato Porta al Serraglio e il Duomo gli spacciatori te li ritrovi sotto gli occhi.
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