Coronavirus

Vaccino, indagini sui casi di trombosi: lo studio in mano ai pm

Le rare trombosi dopo la vaccinazione hanno un nome, Vitt, e non dipendono soltanto dal vaccino AstraZeneca: la scoperta dopo alcune autopsie, test di laboratorio e la denuncia di una 37enne

Vaccino, indagini sui casi di trombosi: lo studio in mano ai pm

Non se ne parla più perché, fortunatamente, non ci sono state nuove evidenze ma poche settimane fa c'era molta preoccupazione a seguito di rarissime trombosi causate dopo l'inoculazione del vaccino AstraZeneca. Adesso, come vedremo, non è soltanto "colpa" del siero anglo-svedese ma può capitare anche con Pfizer e Moderna.

Cos'è la Vitt

La Trombocitopenia trombotica immune indotta da vaccino (Vitt è l’acronimo inglese), così come scritto da alcuni studiosi sul New England Journal of Medicine, è la nuova sindrome causata dal vaccino ad adenovirus di AstraZeneca (della vicenda ci siamo occupati poco tempo fa). "Conosciamo intanto il nome del nostro nemico occulto. Parliamo della Vitt, che sta per vaccine inducted trombosis, rarissima e sicuramente attribuibile alla vaccinazione. È originata dalla creazione nell'organismo di anticorpi che snatura il 'Pf-4', il fattore piastrinico che equilibra la coagulazione del sangue. In questo modo si originano trombosi in punti diversi da quelli attuali, e sino ad oggi con esiti talvolta letali", afferma il professor Paolo Zamboni, Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna dell'Università di Ferrara, intervistato da La Nazione.

Sintomi ed evidenze

La ricerca va avanti e le nuove evidenze chiariscono quali siano i sintomi per riconoscerla: cefalea intensa e atipica, dolori al collo e addominali, gonfiori estesi a braccia e gambe. Una volta individuata, per esserne certi bisogna fare alcuni esami di laboratorio quali emocromo con piastrine, fibrinogeno e D-Dimero. "Si fanno rapidamente e può essere somministrata una terapia specifica a base di gamma globuline, prednisolone e fondaparinux: in due giorni c'è la regressione totale", dice Zamboni al quale è stato chiesto come si faccia a sapere che il tutto sia causato dalla vaccinazione. "Abbiamo analizzato, sia attraverso autopsie che con test di laboratorio, tutte le possibili cause, anche minime, che avrebbero potuto innescare altrimenti quel tipo di trombosi con emorragia finale". Una delle scoperte più rilevanti, senz'altro, è che la Vitt prescinde dalla predisposizione, o meno, dell'individuo a quel tipo di rischio.

"AstraZeneca? Può accadere anche con Pfizer e Moderna"

"Molte persone, oggi, sono convinte che ci siano fattori che espongono di più agli effetti collaterali, e invece dopo centinaia di prove possiamo dire che è un evento slegato", dichiara il docente, che sottolinea come questo problema non sia legato soltanto al tanto discusso AstraZeneca. "Posso garantirle - ha detto al giornalista de La Nazione - che le differenze con Pfizer e Moderna sono minime. Il Vitt è un effetto collaterale, perché ora possiamo definirlo e affrontarlo come tale, raro con AstraZeneca, e ancor di più con gli altri vaccini". Anche in questo caso, ribadiamo a gran voce di stare sereni: il rischio che accada è di una persona ogni 3-400mila, un centinaio dunque in Italia "per le quali, ora, il pericolo di esiti gravi o addirittura fatali può essere evitato con una diagnosi e una terapia precoce".

La denuncia di una 37enne

I casi di trombosi, seppur minimi, non sono passati inosservati e c'è chi si è mosso per vie legali interpellando le procure del sud, in questo caso una giovane donna che vive nel Sud Italia. "Non posso entrare in dettagli - specifica il Prof. Zamboni - mi limito a dire che si è trattato di una donna di 37 anni. E aggiungo, benedetti procuratori!" Il motivo è presto detto, perché dall'anno scorso "la ricerca ha avuto grossi limiti, anche a livello ministeriale, per svolgere autopsie in sale sicure e attrezzate come quella del collega Cristoforo Pomara, che fa parte del team. Aver potuto svolgere questi esami, sia pure per motivi forensi, ha portato a precisare rari effetti della vaccinazione, concatenando eventi e identificando sintomi e terapia". Grazie a questa denuncia, a beneficiarne sarà la comunità scientifica ed ognuno di noi perché i vaccini potranno essere ulteriormente migliorati sulla base di queste nuove evidenze. La campagna vaccinale non rallenterà, anzi. "Tutt' altro.

Il vaccino è fondamentale, avere ora le armi per gestire un effetto rarissimo ma curabile come il Vitt deve addirittura spingere le persone ad abbandonare paure o false convinzioni", conclude Zamboni.

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