Lo stupore di non essere un calcio mediocre

Lo stupore di non essere un calcio mediocre

Patrice Evra ha vinto una Champions League, un Mondiale per club, cinque campionati inglesi, 5 Community Shield, cinque coppe di Lega inglesi, uno Scudetto, una coppa Italia, una Supercoppa italiana. E ieri, il giocatore della Juventus, a Sky ha detto questo: «Vorrei rispondere alla gente che critica il calcio italiano e spero gente venga a giocare qui. In Inghilterra è più uno show, come due boxeur che lottano e cade il primo che è stanco. Qui se tatticamente non sei bravo non puoi giocare. Hai bisogno più di intelligenza che talento».

Ci serve che ce lo dica qualcuno con 237 presenze nel Manchester United di Alex Ferguson. Ci serve che ci aprano gli occhi su noi stessi: la Serie A sarà più ridimensionata rispetto al passato, ma è calcio vero. È calcio tosto. Così autoconvinti di essere i nuovi paperini d'Europa che cerchiamo conferme alle nostre certezze. Vogliamo che ci dicano di essere diventati un campionato mediocre.

Poi arriva Evra e ti invoglia a ragiornarci su: 716 gol in 28 giornate di campionato, Higuain che ha la stessa media gol di Cristiano Ronaldo e Suarez, più alta di Messi; Buffon che ha il record dell'anno di imbattibilità d'Europa, oltre che il record italiano degli ultimi vent'anni; il campionato che è aperto per lo Scudetto, per le coppe europee e che adesso s'è riaperto anche per la salvezza. La verità è che abbiamo tutto. Tranne la convinzione di avercelo.

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