Cronache

Gli stupratori di Desirée con il "permesso" della sinistra

Desirée, 2 dei 3 arrestati avevano il soggiorno umanitario (scaduto). Salvini lo ha abolito tra le proteste della sinistra

Gli stupratori di Desirée con il "permesso" della sinistra

Il dramma vero è che non si tratta di un caso isolato. È almeno la terza volta che accade, tenendo conto solo e soltanto delle cronache arrivate dirompenti alla pubblica opinione: due dei tre immigrati arrestati con l'accusa di aver stuprato e ucciso Desirée Mariottini sono arrivati qualche tempo fa in Italia e avevano ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Ricordate? Questo particolare tipo di accoglienza è, o meglio era, una particolarità quasi tutta italiana. Nel senso che, mentre gli altri Stati Ue la concedevano solo in via residuale, nel Belpaese la maggioranza degli immigrati sbarcati sulle coste (il 20%) finiva con l'ottenere questo permesso di soggiorno della durata di due anni. Con tutte le conseguenze del caso.

Lo aveva nel portafoglio anche Guerlin Butungu, il 20enne congolese accusato di essere il capobranco degli stupratori di Rimini del settembre dell'anno scorso. Col nostro "permesso" avrebbe guidato la banda che ha stuprato una ragazza polacca in spiaggia e poi si è avventata su un trans peruviana. Lo sdegno fu unanime, ma non cambiò le carte in tavola. Tanto che pochi giorni dopo un ragazzo bengalese venne arrestato con l'accusa di aver pestato, stuprato e derubato una ragazza finlandese. Indovinate? Pure lui aveva collezionato un regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari.

Che fosse un'anomalia in molti avevano provato a denunciarlo più volte. E oggi, forse, ne è arrivata la conferma. Come spiegano fonti investigative, infatti, sia Minteh Brian (senegalese, nato nel 1975) che Alinno Chima (nigeriano, del 1972) risultano titolari di un permesso umanitario. Sarebbero stati loro, insieme a Gara Mamadou, ad ammazzare Desirée. A Brian il soggiorno era stato consegnato nel febbraio del 2015 dopo un ricorso e la sentenza favorevole del tribunale di Roma. Ad agosto dell'anno scorso aveva presentato domanda per il rinnovo, ma la questura stava aspettando l'invio di ulteriori integrazioni documentali. Nel frattempo girava indisturbato per San Lorenzo, fino all'arresto di stanotte. Destino simile quello di Chima: anche lui risulta titolare dello stesso tipo di permesso umanitario, rilasciato nel 2016 e scaduto a marzo del 2018. Da quel giorno si era reso irreperibile.

Matteo Salvini con il decreto Sicurezza ha posto fine a questa stortura. Oggi il permesso umanitario è stato abolito e sono previsti invece solo "casi speciali" in cui un migrante, che non ha ottenuto protezione internazionale o lo status di rifugiato, potrà rimanere nel Belpaese. Si tratta dei documenti "temporanei" che verranno assegnati per "atti di particolare valore civile, grave sfruttamento lavorativo, violenza domestica, eccezionali calamità naturali e motivi di salute di eccezionale gravità". Una stretta non indifferente. E indovinate come ha reagito la sinistra? Protestando duramente.

Il vescovo di Perugia e presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, si disse "preoccupato" per la scomparsa del permesso umanitario. Per Giulia Falzoi, capo dell'Unità gestione migrazioni dell'Oim, la rivoluzione "rischia di non garantire che alcune forme di vulnerabilità siano individuate e protette, se non rientrano nelle categorie speciali del decreto". C'è addirittura chi, tra gli operatori dell'accoglienza, arrivò a parlare di prossimo "caos in molte città italiane". E se per "Possibile" di Pippo Civati si tratta di una "infame decisione", per Valentina Itri, (direzione nazionale Arci) Salvini "darà il via a migliaia di ricorsi" che "ingolferanno il sistema giudiziario italiano". Dunque è meglio "regalarlo" ai vari Butungu e stupratori simili?

Forse per la sinistra la risposta è "sì". Enrico Rossi, governatore della Toscana, continua a sostenere che l'aver tolto "il permesso di soggiorno umanitario vuol dire che un 25-30% di richiedenti asilo verrà buttato fuori dai programmi di protezione e sarà di nuovo irregolare", finendo in una "zona grigia" e senza "controllo". Ma i fatti di San Lorenzo, così come quelli di Rimini, dimostrano invece il contrario: e cioè che il permesso umanitario permetteva a tanti (che non sono "profughi") di rimanere per due anni in Italia con un documento in tasca per poi trasformarsi in fantasmi.

Magari dediti a crimini orribili.

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