Cronache

Talpe e veleni, l'inchiesta che fa tremare l'«Espresso»

La Procura a caccia della fonte della falsa notizia. E Crocetta finisce davanti all'Antimafia

Il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta
Il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta

Talpe, un'intercettazione fantasma, un «autorevole inquirente» che avrebbe confermato tutto, mentre dopo ben quattro procure hanno smentito. E in mezzo due giornalisti finiti sotto inchiesta, uno anche con un'accusa di calunnia che non si comprende bene in che modo si sia consumata dal momento che, interrogato, il cronista si è avvalso della facoltà di non rispondere e non ha messo a verbale il nome di nessuna «fonte».

L'inchiesta che fa tremare l'Espresso , quella sulla pubblicazione, il 16 luglio scorso, dell'intercettazione choc sull'ormai ex assessore siciliano alla Salute Lucia Borsellino («Va fatta fuori. Come il padre») – il governatore Rosario Crocetta, interlocutore muto del presunto colloquio col sul medico Matteo Tutino, ha chiesto dieci milioni di danni - non scuote soltanto il settimanale, il gruppo Espresso-Repubblica e i due giornalisti, Piero Messina e Maurizio Zoppi, finiti sotto accusa per divulgazione di notizie false e calunnia (solo Messina). Già, perché se l'intercettazione non esiste, come dicono quattro palazzi di giustizia siciliani, va comunque accertato chi, e soprattutto perché, ha confezionato la polpetta avvelenata propinata ai giornalisti e che stava per rovesciare il governatore siciliano. Non a caso, come racconta il sito BlogSicilia , in una procura blindatissima onde evitare fughe di notizie, stanno sfilando inquirenti, carabinieri del Nas, insomma quanti potrebbero sapere qualcosa di questa storia di talpe e intrighi che sembra riportare anche indietro nel tempo, quando il tribunale a Palermo era il palazzo dei veleni.

Un giallo, tutta la vicenda, dall'intercettazione fantasma all'accusa di calunnia contestata solo a uno dei due giornalisti, Piero Messina. «Ha fatto il nome di una sua fonte ed è stato smentito», è trapelato inizialmente insieme alla notizia che lui stesso e Zoppi, interrogati in procura, erano finiti sotto indagine. Ma l'avvocato Fabio Bognanni, che difende entrambi i giornalisti, ha precisato: «Piero Messina non ha mai messo a verbale davanti ad alcuna autorità giudiziaria notizie sulla fonte. Non solo, ma non ha mai inviato ad alcuna autorità giudiziaria alcuna relazione. Messina è stato sentito per la prima volta ieri (lunedì per chi legge, ndr ) dall'autorità giudiziaria in qualità di persona sottoposta ad indagine e lì si è avvalso della facoltà di non rispondere come anche il collega Maurizio Zoppi». E allora? Come è scattata in sede di interrogatorio l'accusa di calunnia?

Mistero, domande senza risposta. Per ora. Dulcis in fundo , la talpa e l'«autorevole inquirente» che avrebbe confermato –lo ha affermato la direzione dell' Espresso –la veridicità dell'intercettazione ascoltata dai cronisti. Il sito LiveSicilia ha individuato la presunta talpa, un ufficiale dei Nas che coi giornalisti non parla e che avrebbe negato tutto. E poi c'è pure l'«autorevole inquirente» - così lo ha definito ancora l' Espresso elencando i riscontri ricevuti - che interpellato il 13 luglio dai due cronisti avrebbe confermato tutto.

Talpe, veleni, corvi. Il Crocetta-gate ieri è finito anche davanti alla commissione Antimafia siciliana, presieduta da Nello Musumeci. È stato sentito anche il governatore. Seduta a porte chiuse. Atti secretati. Il giallo continua.

Anche se la bufera giudiziaria ha neutralizzato gli effetti politici: Crocetta, almeno per adesso, resta in sella.

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