La tentazione di Papa Francesco: un sinodo sui migranti

L'arcivescovo Tomasi chiede al Santo Padre la convocazione di un sinodo dedicato alle migrazione. E Francesco ribadisce il "dovere morale di proteggere i migranti"

La tentazione di Papa Francesco: un sinodo sui migranti

Un sinodo dedicato ai migranti: è questa la richiesta presentata a Papa Francesco dall'arcivescovo Silvano Tomasi, segretario del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti.

Parlando ad un'udienza concessa dal Santo Padre ai partecpanti al Forum su Pace emigrazioni promosso alla Camera dei Deputati, l'alto prelato ha lanciato così l'idea di una nuova convocazione dei vescovi a meno di tre anni dalla riunione per il sinodo sulla famiglia.

L'attenzione verso migranti e richiedenti asilo è sempre stata fra le priorità del Pontificato di Francesco, che nell'estate 2013 compì uno dei gesti più clamorosi dall'elezione al Soglio di Pietro recandosi a Lampedusa e parlando contro la "globalizzazione dell'indifferenza".

"Diritto a migrare e a non migrare"

Il Pontefice ha ribadito concetti analoghi anche questa mattina, esprimendo preoccupazione per le violenze e i conflitti all'origine delle grandi migrazioni del nostro tempo e chiedendo "l'apertura di canali umanitari accessibili e sicuri". "

"Le migrazioni - ha continuato Il Santo Padre parlando nella Sala Clementina - non rappresentano certo un fenomeno nuovo nella storia dell'umanità. Esse hanno marcato profondamente ogni epoca, favorendo l'incontro dei popoli e la nascita di nuove civiltà. Per noi cristiani, tutta la vita terrena è un itinerare verso la patria celeste.

La promozione umana dei migranti e delle loro famiglie comincia dalle comunità di origine, là dove deve essere garantito, assieme al diritto di poter emigrare, anche il diritto di non dover emigrare, ossia il diritto di trovare in patria condizioni che permettano una dignitosa realizzazione dell'esistenza."

Un'attenzione pronunciata, in attesa, forse, di un sinodo dedicato. "Proteggere i migranti - ricorda il Papa - è un dovere morale ineludibile".

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