Terremoto, così la Regione ha ignorato l’allarme sisma

Gli esperti a gennaio raccomandarono di controllare gli edifici. Accuse a Errani: ha sottostimato l’avviso

Terremoto, così la Regione  ha ignorato l’allarme sisma

«La sismicità della zona padana ha registrato un significativo aumento di attività negli ultimi 8 mesi, sulle basi delle conoscenze attuali non ci sono indicazioni che questa attività si riduca nel prossimo futuro, la Commissione Grandi Rischi raccomanda di mantenere alta l’allerta e, in particolare, di continuare le verifiche strutturali con particolare riguardo agli edifici di interesse pubblico e alle infrastrutture, di fare opera di sensibilizzazione dei cittadini allo scopo di aumentare le verifiche strutturali negli edifici privati, e, in via preventiva, di aumentare le esercitazioni di protezione civile». Data: 28 Gennaio 2012. Destinatari: le amministrazioni regionali delle zone padane interessate, prima fra tutte, ovviamente, la regione Emilia Romagna.

Fotografia di una tragedia se non proprio annunciata, certamente percepita. Una tragedia che, dopo aver lasciato 26 vittime sotto le macerie del terremoto, adesso rischia di travolgere nella bufera delle polemiche chi avrebbe dovuto vigilare, provvedere, intervenire. Soprattutto perché, secondo quanto abbiamo potuto accertare, ci risulta che il documento della Commissione Grandi Rischi è stato tenuto molto, ma proprio molto, riservato. «Mi auguro che si possa leggerlo presto questo documento - sbotta Luigi Villani, capogruppo del Pdl alla Regione Emilia Romagna- perché se eravamo stati effettivamente invitati a vigilare e a mettere in atto tutte le procedure per evitare o quanto meno per arginare i danni di un possibile terremoto, allora dovranno essere accertate le responsabilità e qualcuno dovrà pagare per questa grossissima leggerezza, ancora più intollerabile da un governo regionale che non perde occasione per ricordarci quanto sia efficiente in tema di prevenzione. E alla luce di questa leggerezza andrebbero rivisti certi permessi concessi per la costruzione di quei capannoni crollati come castelli di carta facendo le vittime che adesso piangiamo».

Curioso come gli stessi eventi prendano a volte cassetti ma anche strade differenti. Il sisma dell’Abruzzo, e la sua presunta sottovalutazione con tutti i tragici e tremendi effetti che oggi purtroppo ben conosciamo si è infatti materializzato in un processo in cui la commissione Grandi Rischi è accusata di aver compiuto analisi superficiali e aver dato false rassicurazioni agli aquilani, inducendo molte delle 309 vittime del sisma a restare a casa. Si prospetta un’inchiesta giudiziaria- fotocopia anche per l’Emilia Romagna? Oppure l’interpretazione delle carte, soprattutto delle carte che sono arrivate e che solo pochi intimi hanno avuto il privilegio di vedere, sarà «viziata» da ragioni politiche?

Staremo a vedere. «Intanto- chiosa Fabio Filippi, consigliere regionale pidiellino nonché ingegnere civile e quindi esperto in materia- dobbiamo contestare a Vasco Errani, padre-padrone dell’Emilia Romagna una sistematica latitanza. Il governatore regionale è colpevole perché non ha considerato sismiche zone che invece, a maggior ragione adesso alla luce di questo documento, andavano considerate tali. Errani che si faceva vedere a tutte le feste dell’Unità, ora porta la solidarietà ai paesi colpiti, ma ciò che non ha fatto è gravissimo.

Perché, ricevuto il documento della Commissione Grandi Rischi, non ha inviato tecnici a verificare strutture ed edifici? Perché non ha avvisato prefetture e questure? Perché non ha utilizzato la legge sismica regionale per imporre condizioni e norme ai costruttori dei capannoni delle cooperative? Persino avant’ieri Errani ha pensato bene di presenziare solo per dieci minuti alla seduta del consiglio regionale e poi di abbandonare l'aula sfuggendo così ad ogni possibile insidiosa domanda sulle leggerezze della Regione» «Presenteremo subito un'interrogazione- annuncia Mauro Manfredini, capogruppo della Lega in Regione- quel documento della Commissione Grandi Rischi ci è stato tenuto nascosto. Se fossimo stati informati, se ci fossimo mossi con la prudenza e la tempestività che ci erano state chieste, oggi, forse, non saremmo qui a piangere».

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