Terremoto de L'Aquila: condannato il preside del convitto nazionale

Quattro anni di reclusione per il crollo in cui restarono uccisi tre minorenni. Assolto il dirigente della Provincia

Terremoto de L'Aquila: condannato il preside del convitto nazionale

È stato condannato a quattro anni di reclusione per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose Livio Bearzi, il preside del convitto nazionale de L'Aquila, crollato durante il terremoto del 6 aprile 2009. Assolto, invece, Vincenzo Mazzotta, l'ex dirigente della Provincia responsabile della struttura.

Sotto le macerie furono uccisi tre minorenni - Luigi Cellini, 15 anni, di Trasacco (L’Aquila) e due stranieri, Ondreiy Nouzovsky (17) e Marta Zelena (16) - e rimasero feriti altri due ragazzi.

Secondo l’accusa, il preside non evacuò l’edificio dopo la scossa precedente a quella delle 3,32 che devastò la città. Inoltre né Bearzi, né Mazzotta avevano mai restaurato la struttura e non avevano redatto un piano per la sicurezza. Alla famiglia Cellini (l'unica a essersi costituita parte civile) vanno 200mila euro di provvisionale.

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