Cronache

Bottiglie di urina contro agenti: ultimo sfregio al Cpr di Torino

La denuncia del segretario generale provinciale Eugenio Bravo: "Chi distrugge, devasta, incendia o si rivolta deve subire la giusta conseguenza penale come tutti. La corda della pazienza si sta spezzando"

Bottiglie di urina contro agenti: ultimo sfregio al Cpr di Torino

Come denunciato dal Sindacato italiano unitario lavoratori Polizia (Siulp), proseguono le violenze e gli episodi di aggressione ai danni dei rappresentanti delle forze dell'ordine operativi nel Cpr di Torino.

Solo qualche giorno fa, per la precisione il 31 di agosto, una fitta sassaiola da parte di circa 150 ospiti della struttura. Una rivolta, l'ennesima tra l'altro in pochi giorni, al termine della quale un agente aveva riportato la frattura di due falangi ricevendo una prognosi di 30 giorni.

Durante la giornata di ieri, un nuovo atto di spregio nei confronti dei poliziotti, denunciato in un comunicato dal segretario generale provinciale del Siulp di Torino Eugenio Bravo, riportato da "La Stampa". "Hanno subito le intemperanze degli ospiti diventando oggetto di bottiglie piene di urina e quant'altro", racconta il segretario. "Fermezza e professionalità degli operatori hanno ripristinato l'ordine evitando che la situazione degenerasse. Le condizioni logistiche del Cpr non possono diventare l'espediente che giustifichi la reazione spropositata contro i colleghi in servizio. I lavoratori di polizia non possono continuare a operare in queste situazioni di scontro perenne".

Una situazione che diventa sempre più insostenibile ed ingiusta, ogni giorno che passa, con seri rischi per l'incolumità degli agenti impiegati nella struttura. "La corda della pazienza e della comprensione si sta spezzando. Nessuna di queste violenze perpetrate da persone prevalentemente delinquenti può trovare anche solo lontanamente un barlume di giustificazione.", affonda Bravo.

"Chi distrugge, devasta, incendia o si rivolta violentemente contro i poliziotti non può avere attenuanti dettate da condizioni di disagio ma, esattamente come tutti, subire la giusta conseguenza penale e magari, proprio dal carcere, procedere alla successiva espulsione".

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