Cronache

Tradizionalisti contro l'elemosiniere del Papa: "Metodi da esproprio proletario"

La chiesa si divide sul blitz nel palazzo occupato dell'elemosiniere di Papa Francesco. I frati di Assisi: "Se il suo gesto è illegale allora arrestateci tutti". Ma i tradizionalisti accusano: "Incoraggia l'illegalità"

Tradizionalisti contro l'elemosiniere del Papa: "Metodi da esproprio proletario"

“Se è illegale quello che ha fatto Krajewski compiendo un gesto di umanità dettato dal cuore e da quanto dice il Vangelo, allora arrestateci tutti”. A fare quadrato attorno all’elemosiniere di Sua Santità è padre Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Sacro Convento di Assisi che ha risposto così ad una domanda dell’Adnkronos sul caso del palazzo occupato da Action in via di Santa Croce in Gerusalemme.

Non è il solo a difendere il porporato che sabato sera si è calato in un tombino per rompere i sigilli del contatore dell’energia elettrica, sequestrato dopo che gli occupanti avevano accumulato oltre 300mila euro di debiti. A scendere in campo in difesa di Konrad Krajewski è anche il prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, il cardinale Peter Appiah Turkson. “Il gesto dell'elemosiniere è illegale? Pure a Gesù dicevano che le cose che diceva e faceva violassero la legge”, ha detto intervistato da Vatican Insider. Dalle pagine de La Stampa arriva la sua replica, neanche troppo velata, alle parole del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che nei giorni scorsi aveva invitato il cardinale polacco a pagare anche le bollette di tutti gli italiani in difficoltà.

“(L’elemosineria, ndr) In questi ultimi anni ha pagato circa tre milioni di euro per salvare non la gente che vive in Vaticano, bensì gli italiani in situazioni di difficoltà e miseria nelle loro case”, ha chiarito. E sulle possibili conseguenze legali dell’azione tira in ballo il Vangelo. “Era la stessa critica che facevano a Gesù ai suoi tempi: è illegale fare le cose il sabato. Ma è la legalità che prevale o fare del bene a qualcuno?”, si interroga il cardinale.

Non la pensa così lo storico Roberto De Mattei, presidente della Fondazione Lepanto e tra i firmatari della Correctio Filialis a Papa Francesco. Secondo De Mattei, sentito dall’Adnkronos quello di Krajewski rappresenta “un gesto simbolico molto più grave di quanto non si immagini”. La condanna è netta: “Così si incoraggia l'illegalità e il passo per arrivare a giustificare gli espropri proletari di triste memoria è davvero molto breve”. Secondo l’esponente del fronte cattolico tradizionalista il porporato avrebbe “canonizzato il principio per cui è lecito violare la legalità per fini di carattere etico-politico”.

“Tutto ciò – ragiona De Mattei - può portare a gravissime conseguenze: si può arrivare ad ammettere di rubare per sfamare la propria famiglia”. “Sono tesi da sinistra rivoluzionaria che abbiamo conosciuto negli anni di piombo e che portarono fino al terrorismo delle Brigate Rosse”, mette in guardia lo storico, che paragona Krajewski all’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano.

Entrambi, spiega, “non hanno agito per interesse personale, ma resta la violazione delle leggi e delle regole, che tutti hanno il dovere di osservare in uno Stato di diritto, pena l'anarchia”.

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