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"Trans umiliati alle urne": scoppia la bufera durante il voto

Un adagio che si ripete di volta in volta per ogni elezione: è ancora polemica per la suddivisione delle liste elettorali dei seggi

"Trans umiliati alle urne": scoppia la bufera durante il voto

Le pretese del politicamente corretto entrano anche nei seggi elettorali per mano dell'avvocato Cathy La Torre, attivista dei diritti civili. Stavolta nel suo mirino sono entrate le liste elettorali e, ovviamente, la denuncia è arrivata per tramite dei social network, dove l'avvocato può vantare un buon seguito. Il motivo? La divisione tra uomini e donne e la presenza del cognome del marito nelle donne coniugate.

"C’è il registro delle liste elettorali rosa per le donne e azzurro per gli uomini! E poi c’è una legge del 1947, mai abrogata, che stabilisce che nelle liste elettorali la donna sia identificata anche con il cognome del marito. Perciò accanto al cognome di un donna sposata e persino di una divorziata c’è il cognome del marito (o dell’ex marito)", scrive Cathy La Torre nel suo lungo post social, accompagnato da uno scatto effettuato in un seggio elettorale in cui si vedono le due file separate tra uomini e donne e dal reclamo scritto presentato al presidente di seggio. Poi l'avvocato aggiunge, arrivando al vero cuore del problema dal suo punto di vista: "Poi ci sono le file divise in donne e uomini, e migliaia di persone trans costrette a stare in una fila che diversa dal loro genere vissuto e dunque costrette a far sapere a tutti i presenti che sono persone trans".

Cathy La Torre, che porta avanti questa lotta di principio che si ripropone di volta in volta quando si va a votare, ha avanzato anche alcune proposte per superare questa struttura: "Elenchi elettorali divisi in base alle lettere dell’alfabeto: A-L, M-Z. Via il cognome del marito accanto a quello della donna, perché se per riconoscere un uomo basta il suo documento di identità, basta anche per una donna". Quindi aggiunge: "Per quelli che mi diranno che si tratta di 'inezie': sentirsi umiliati non è mai un’inezia".

In chiusura di post, sguaina la spada e si prepara a dar battaglia per cambiare questa situazione, da lei considerata un'ingiustizia: "Non sono una donna sposata e non sono una persona

trans, dunque non posso far causa allo Stato per aver violato la mia di privacy. Ma sono una avvocata e posso sostenere una battaglia che dica, anche legalmente, adesso basta! Io ci sono, e voi?".

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