Le tre verità nascoste sul musulmano Mamdani

La vittoria di Mamdani non ha nulla del clamore di cui leggiamo in questi giorni, la democrazia americana è meno ammaccata di quanto la descrivano, e semmai qualche botta arriva da sinistra

Le tre verità nascoste sul musulmano Mamdani

Occorre fare tre considerazioni, difficilmente confutabili, riguardo alla recente vittoria di Zohran Mamdani alle elezioni della più importante città americana, New York. Che prescindono da valutazioni politiche e di merito, sono puramente oggettive.

1. Non si tratta di un successo clamoroso. Il più giovane sindaco della Grande Mela da un secolo a questa parte ha conquistato il 50,4 per cento dei consensi, il che equivale a circa 1 milione di voti. Nella stessa area metropolitana, un anno prima Kamala Harris, sconfitta duramente a livello nazionale da Donald Trump, conquistò il 70 per cento dei voti, pari a circa 1,9 milioni. Prendete la sola porzione di Manhattan, il cuore di New York che tutti noi conosciamo. Alle presidenziali la Harris ottenne 533mila voti e Mamdani, martedì scorso, circa la metà, 270mila. Nelle zone che vanno da Wall Street al Central Park, alle ultime presidenziali, solo un newyorkese su cinque votò Trump: tutti gli altri la Harris. Insomma, anche se si tratta di un confronto tra elezioni di tipo diverso, la testa non cambia. A New York hanno sempre votato a sinistra. Ma questa volta la sinistra estrema del giovane islamico ha fatto segnare una battuta d'arresto. I due sindaci democratici che hanno preceduto l'attuale hanno preso circa 200mila voti in meno: ma con percentuali molto più alte e vicine al 70 per cento. Il che vuol dire, al contrario di quanto si afferma, che la vittoria di Mamdani ha avuto come primo effetto quello di spaccare il partito democratico, e non di polverizzare quello repubblicano a guida trumpiana che nella Grande Mela se l'è passata sempre male. È come pensare che la vittoria di un candidato del centro destra in Veneto o di centro sinistra in Toscana rappresentino dei segnali epici per il confronto politico italiano.

2. La prima cosa che il nuovo sindaco ha detto dopo la vittoria è la seguente: "Sono musulmano e socialista democratico e non mi devo scusare per queste due cose". Concentriamoci con la prima qualificazione che Mamdani si è dato: la religione di appartenenza. Per l'occidente laico si tratta di una banalità: non è il primo sindaco musulmano di una grande città occidentale. Dalle nostre parti la religione non dovrebbe avere a che fare con gli affari di stato. Pensate per un secondo se una dichiarazione simile sarebbe possibile, in gran parte degli stati musulmani: "Sono un cristiano e non mi devo scusare di questa cosa". Magari in una città che è stata colpita da un tremendo attentato ad opera di cristiani fondamentalisti. Inimmaginabile. Quando si parla di superiorità dell'Occidente, in fondo si intende anche questo. Da noi il figlio immigrato e borghese di religione islamica vince le elezioni. Qualcuno potrebbe dire che ci stiamo sottomettendo. Ma questo è un giudizio di valore, che ognuno può fare con Houellebecq. Noi ci limitiamo a dire che in Occidente la margherita da cui sfogliare il petalo migliore per la nostra amministrazione, la nostra impresa, la nostra cultura, non è importante in quale terreno sia cresciuta.

3. Terza considerazione riguarda la deriva autoritaria dell'America di Trump. Verrebbe da dire che la nostra democrazia è ben più forte di chi momentaneamente la guida. L'elezione di un socialista a New York, la città simbolo dell'America e il cortile di casa dell'inquilino della Casa Bianca, dimostra, che nonostante i media apocalittici, gli affari vanno come al solito. Ma quale autoritarismo. Gli americani, se vorranno, si potranno sbarazzare del presidente con un tratto di penna. C'è qualcosa di più. Non riguarda direttamente New York. Sempre due giorni fa, in California è passato un referendum voluto dal governatore di sinistra che è un insulto al fair play democratico. Non vogliamo chiamarlo autoritarismo, ma certamente si può definire manipolazione del voto. Sia chiaro che cose simili sono state fatte anche dai repubblicani. I californiani con un referendum hanno deciso di modificare i confini e i perimetri dei collegi elettorali, così da aiutare alle prossime elezioni i candidati democratici. Su richiesta del loro governatore in carica ha accettato di truccare le carte, per vincere la prossima competizione.

In sintesi la vittoria di Mamdani non ha nulla del clamore di cui leggiamo in questi giorni, la democrazia americana è meno ammaccata di quanto la descrivano, e semmai qualche botta arriva da sinistra.

Infine nella città simbolo degli attacchi fondamentalisti islamici, i cittadini scelgono un sindaco che rivendica la propria fede in Maometto come prima definizione di se stesso, cosa che in molte parti del mondo, per un cristiano occidentale, non sarebbe possibile.

Poi sul socialismo, autobus gratis, salario mimino a 30 dollari, fondi ridotti alla polizia, blocco degli affitti, supermercati pubblici, e via dicendo, beh su quello vedremo cosa succederà.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica