Turchia, 23enne precipitò dal grattacielo dopo lo stupro: condannati due uomini

La giovane studentessa universitaria era caduta dalla torre di un palazzo di Ankara e all'inizio si parlava di suicidio, ma l'autopsia aveva evidenziato i segni della violenza. I fatti risalgono al maggio del 2018 e i responsabili sono stati condannati in queste ore

Turchia, 23enne precipitò dal grattacielo dopo lo stupro: condannati due uomini

Prima sarebbe stata violentata e poi, dopo quell'orribile stupro sarebbe precipitata giù dal ventesimo piano di un grattacielo. L'aggressione e la morte di Sule Cet, una ragazza turca di 23 anni, risalirebbe al 24 maggio del 2018, ma la sentenza sul suo decesso è arrivata nelle ultime ore. È accaduto in Turchia e oggi, a distanza di un anno e mezzo, un tribunale ha contannato l'imprenditore Cagatay Aksu all'ergastolo per la morte della ragazza. In base a quanto riportato dal Corriere della Sera, insieme all'uomo, sarebbe stato condannato a 18 anni e nove mesi anche il suo complice, Berk Akand.

La storia e le indagini

La giovane, che studiava all'università di Ankara e lavorava part time per pagarsi l'istruzione, era stata lanciata dalla torre di un palazzo dopo essere stata vittima di quell'aggressione. In quella circostanza, le prime indagini condotte dalla polizia avevano parlato di suicidio. Ma la mancanza delle sue impronte digitali sulle finestre avevano insospettito gli investigatori. L'autopsia aveva rivelato i segni della violenza sessuale e da quegli elementi gli agenti erano risaliti ai due uomini, arrestati subito dopo. Quella sera di fine maggio, la giovane era rimasta in ufficio fino a tardi con il suo capo e un conoscente di lui. Il suo corpo era stato ritrovato qualche tempo dopo sul selciato, all'esterno di quell'edificio. I due uomini, che si giustificarono dicendo che la 23enne si era tolta la vita, quella notte furono rilasciati.

L'intervento degli amici

Secondo quanto riportato da Euronews, gli amici della ragazza alla versione del suicidio non avevano creduto e avevano insistito a fare luce sul caso. Improvvisamente, la morte di Sule Cet era stata al centro di una campagna, diventata subito virale sui social, finalizzata a tenere alta l'attenzione su quel caso. E si può dire che, a distanza di qualche mese, ci siano riusciti.

Sule Cet, un simbolo

Intanto, il processo ad Aksu e Akand è divenuto un simbolo nel Paese per la lotta contro la violenza sulle donne. Le attiviste presenti fuori dall'aula di tribunale, infatti, nelle utlime ore, avrebbero accolto la sentenza con degli applausi. Anche sui social network avrebbero accolto positivamente l'esito del tribunale. I parenti dei due condannati, contestando il giudizio dei giudici, invece, avrebbero parlato di un verdetto politicamente motivato. In base a quanto riportato dal quotidiano, secondo l'osservatorio sul femminicidio "Anti-Sayac", in Turchia sarebbero circa 390 le donne uccise dagli uomini dall'inizio dell'anno.

A Istanbul, proprio qualche giorno fa, la manifestazione dedicata alla Giornata per l'eliminazione della violenza sulle donne, lo scorso 25 novembre, sarebbe stata dispersa dalla polizia turca con l'utilizzo dei gas lacrimogeni.

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