Le ultime ore di Cranio Randagio: la ricostruzione assolve gli amici

I pm stanno cencando di capire cosa sia successo la sera prima il decesso del rapper. I ragazzi che erano con lui sembrerebbero non avere colpe dirette

Le ultime ore di Cranio Randagio: la ricostruzione assolve gli amici

Cranio Randagio, rapper conosciuto al grande pubblico grazie alla sua breve partecipazione a X Factor come concorrente di Mika, è morto improvvisamente, dopo una serata trascorsa insieme agli amici.

Secondo le testimonianze raccolte dai pm, e riportate da Repubblica, l'appuntamento era a casa dell'amico Pierfrancesco Bonolis per festeggiare il suo compleanno e, con l'occasione, anche il nuovo videoclip di Vittorio Bos Andrei, in arte Cranio Randagio.

Su quello che è successo tra la sera di venerdì e l'ora di pranzo di sabato, quando Cranio Randagio viene trovato senza vita, la procura di Roma sta indagando per "morte in conseguenza di altro delitto", ossia il reato di solito associato ai casi di droga. L'indagine, al momento senza indagati, non è ancora chiusa.

I genitori di Pierfrancesco avevano deciso di dormire fuori per lasciare l'appartamento ai ragazzi. Alla cena erano invitate quattordici persone che, dalle 20,30 in poi, iniziano ad arrivare dai Bonolis in via Anneo Lucano, nel quartiere Balduina a Roma.

Intorno alle nove comincia la cena. I ragazzi mangiano, bevono vino e altri alcolici, ascoltano musica, fumano sigarette e marijuana. Vittorio non ha comportamenti strani, è il solito di sempre. "Che bello che hai organizzato una cena a casa", dice a Pierfrancesco. I due sono coetanei, hanno frequentato lo stesso liceo, il Seneca. Da un po' di tempo si vedono spesso perché Pierfrancesco, che è inserito in un gruppo di giovani producer romani, ha curato la fotografia dell'ultimo video di Cranio Randagio. Vuol far conoscere agli altri invitati il suo amico rapper, che ha partecipato anche a X-Factor.

L'appartamento dei Bonolis è però un via vai di gente. Arrivano un paio di coppie, alcuni amici li raggiungono, altri se ne vanno. A mezzanotte la cena è finita e continuano a girare canne. A verbale alcuni dei presenti hanno negato la presenza di droghe pesanti, raccontando di "una cena come tante". Qualcuno invece ha ammesso il contrario. C’è della cocaina e, forse, anche metamfetamina. "Io non ho visto Vittorio farsi di niente", dirà al magistrato Pierfrancesco. È un fatto però che uno degli invitati abbia alle spalle una condanna per spaccio. E Cranio Randagio era noto per fare uso di stupefacenti anche pesanti.

Intorno alle 9.15 di mattina, nell'appartamento dei Bonolis, sono rimasti in tre: Pierfrancesco, Vittorio e un terzo amico. A quell'ora rientra il padre di Pierfrancesco e nota che il figlio e l'amico stanno rimettendo in ordine. I piatti sporchi sono nella lavastoviglie, il salotto è pulito, neanche un mozzicone di sigaretta nei posacenere. "Prendo il borsone della palestra e me ne rivado", dice loro. Non vede Cranio Randagio, perché è già andato a dormire: si è buttato sul letto di Pierfrancesco, lo sentono russare profondamente. "Va tutto bene, papà. Ora siamo stanchi e vogliamo riposare". I due raggiungono Vittorio nella camera da letto, Pierfrancesco si stende accanto a lui, l'altro si sistema sulla poltrona. Sono le 9.30. "Ci siamo semplicemente addormentati, non abbiamo notato niente di strano in Vittorio", metteranno a verbale i due ragazzi.

Alle 13.55 arriva però la chiamata al 118. "Ci eravamo svegliati da pochissimo", sostengono i due. Pierfrancesco si è accorto subito che Cranio Randagio non respira più e ha il volto cianotico. Preso dal panico, chiama al cellulare la madre che gli dice di andare ad avvertire un loro vicino dottore. Ci va l'altro amico: sale due piani di corsa, suona il campanello ma nessuno risponde. Intanto Pierfrancesco chiama il 118. "Vi mandiamo un'ambulanza al più presto". I minuti che passano devono sembrare ore, Vittorio è steso sul letto, immobile, non è cosciente. Pierfrancesco fa una seconda chiamata al 118 proprio mentre arrivano i medici. Sono le 14.08 circa, ci hanno messo meno di un quarto d'ora. Adagiano Vittorio sul pavimento, sul suo corpo non ci sono segni che possano far pensare a un trauma o a una violenza: provano a rianimarlo per un tempo assai lungo, giudicando quindi che il suo cuore si sia fermato da poco. Il padre di Pierfrancesco rientra a casa intorno alle 14.15, e ancora le procedure di rianimazione vanno avanti.

Durante la perquisizione, gli agenti non hanno trovato traccia di droghe. Né leggere, né pesanti: il salone, il balcone, la camera da letto sono stati ripuliti. L'esito dell'esame tossicologico, che stabilirà cosa Vittorio ha assunto durante la serata, è atteso nei prossimi giorni. L'esame istologico, invece, dirà se aveva una qualche malformazione congenita al cuore: l'autopsia ha dato esito negativo, ma rimangono ancora dubbi che solo quell'analisi potrà chiarire.

La frenesia delle chiamate fatte al 118 dai due ragazzi che dormivano nella stanza con il giovane rapper, e il tentativo di cercare aiuto, sembrano fugare l'ipotesi dell'omissione di soccorso. L'ultimo tassello mancante è capire chi ha portato la droga in quell'appartamento.

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