Cronache

Un'anagrafe per i cuccioli? L'accordo rischia di restare su carta

Le associazioni animaliste rivolgono un appello al ministero: l'impegno deve essere realizzato e non rimanere soltanto su carta

L'accordo per l'anagrafe degli animali d'affezione c'è. Impegna Governo ed enti locali e comprende molti dei punti dell'Ordinanza che il Ministero della Salute ha emesso per l'identificazione e la registrazione dei cani. Ma proprio questa ordinanza scade il prossimo 24 febbraio. E il rischio è che l'accordo Stato-Regione rimanga soltanto sulla carta. Due motivi sufficienti a far muovere le Associazioni animaliste. Che al ministro Balduzzi hanno chiesto un intervento rapido e risolutivo.

I punti positivi recepiti: il divieto di vendita e cessione, a qualsiasi titolo, non solo di cani – come previsto dalla citata ordinanza - ma anche di gatti non identificati e registrati, nonché di età inferiore ai due mesi; l'identificazione dei gatti delle colonie feline al momento della sterilizzazione e la loro registrazione nell'anagrafe degli animali d'affezione a nome del Comune competente per territorio; l'obbligo per il veterinario di segnalare la mancanza o l'illeggibilità dell'identificativo al Servizio veterinario pubblico.

In materia di tracciabilità degli animali l'accordo segna invece, secondo le associazioni della Federazione Italiana Diritti Animali e Ambiente – tra cui Amici Animali, Chiliamacisegua, Enpa, Eolo a 4 zampe, Lav, Lega del cane, Leidaa, Noi Animali, Oipa - un pericoloso passo indietro, in quanto le disposizioni sono meno chiare e meno dettagliate rispetto a quelle contenute nell'ordinanza ministeriale, che tra l'altro riconosce che l'inoculazione è un atto medico veterinario e che i microchip possono essere venduti esclusivamente alle Regioni e alle Province Autonome di Trento e Bolzano, alle Aziende sanitarie locali, ai veterinari abilitati a accedere in anagrafe canina e alle Facoltà di medicina veterinaria che hanno un ambulatorio aperto al pubblico.

Le associazioni animaliste si augurano che l'accordo - il cui recepimento regionale non è certo e potrà essere fatto, come testimonia il precedente del 2003, anche con anni di ritardo o con strumenti non vincolanti - non rappresenti motivo per non reiterare l'ordinanza ministeriale ancora indispensabile nelle more di una nuova legge in materia di animali d'affezione e prevenzione del randagismo che ne contenga le previsioni e le integri con altre misure chiare ed efficaci.

Per questo rinnovano l'appello al Ministro della Salute Balduzzi e al Sottosegretario Cardinale affinché la reiterino, prima della scadenza prevista per fine di questo mese.

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