Assoluzione per il senatore Maurizio Gasparri, a processo con l'accusa di peculato. Secondo l'accusa si sarebbe appropriato di 600mila euro del gruppo Pdl al Senato per l'acquisto di una polizza assicurativa a lui intestata. Ma per i giudici della decima sezione penale del tribunale di Roma il fatto non sussiste. La Procura aveva chiesto la condanna a due anni e 8 mesi di reclusione, sostenendo che quei fondi pubblici erano destinati al funzionamento del gruppo ma erano stati utilizzati pe fini privati.
"Il processo ha avuto la sua naturale conclusione - osserva l’avvocato del senatore, Giuseppe Valentino - l’insussistenza del fatto era nelle cose e il dibattimento ha consentito una verifica puntuale e ineludibile. La decisione del tribunale è stata consequenziale".
Il senatore, ascoltato dai magistrati in aula nel corso della precedente udienza, si era difeso spiegando tra l’altro che "con il direttore della banca" con la quale aveva investito il denaro "non si è mai parlato di polizza vita ma di un investimento come prodotto finanziario", nell’esclusivo interesse del gruppo parlamentare. Gasparri aveva prelevato la somma nel marzo 2012, acquistando una polizza vita a suo nome e indicando come beneficiari, in caso di morte, i suoi eredi legittimi. Dopo pochi mesi, nel febbraio del 2013 aveva riscattato la polizza, a quel punto del valore di 610.000 euro circa. E dopo richiesta della direzione amministrativa del Pdl aveva restituito i 600.000 euro nelle casse del partito, tenendo per sé i diecimila euro di differenza.
Ma secondo i magistrati che avevano indagato, rinviandolo a giudizio, il peculato è un "reato istantaneo" che scatta nello stesso momento in cui c'è l'appropriazione del denaro.Presente oggi in udienza, Gasparri ha lasciato il palazzo di giustizia precisando: "Avrei molte cose da dire, ma non lo farò ora".
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