Cronache

Vaiolo delle scimmie: ecco perché Padova è il "focolaio d'Italia"

Padova è attualmente la città in Italia ad avere più casi di vaiolo delle scimmie: ecco cosa è successo e cosa dicono gli esperti

Vaiolo delle scimmie: ecco perché Padova è il "focolaio d'Italia"

Nessun panico ingiustificato ma attenzione, soprattutto in alcune aree d'Italia: stiamo parlando dei casi relativi al vaiolo delle scimmie. Se tra il 10 e il 15 giugno sono state registrate 19 infezioni, alcune di queste sono avvenute a Padova che è diventato l'epicentro italiano di questa epidemia. Come si apprende dall'Ulss 6 del capoluogo veneto, sono stati accertati quattro casi insieme ad altri ancora sospetti e tutti legati a un unico focolaio.

"Ecco cosa è successo"

"Un individuo proveniente dalla Spagna ha avuto modo di contagiare altre quattro persone nella città di Padova, queste hanno poi avuto contatti intimi con altre quattro persone che, per una questione di anonimato nel rapporto, non siamo stati in grado di tracciare", ha spiegato al Messaggero il prof. Luca Sbrogiò, direttore del Dipartimento di prevenzione, che ha sottolineato come che è il focolaio epidemico "più rilevante a livello nazionale legato ad un'unica catena epidemiologica". Tutto sarebbe nato da alcuni incontri hot organizzati in chat anonime sui social più utilizzati (WhatsApp e Telegram) dove la gente usa dei nickname per non svelare la propria identità. L'infezione è avvenuta dopo gli incontri: dopo il ricovero nel reparto di malattie infettive, tutti i partecipanti stanno bene, sono già stati dimessi e nessuno di loro si è mai trovato in condizioni critiche.

"Stare attenti"

Il dott. Sbrogiò ha spiegato che questo focolaio è destinato a finire molto rapidamente "se la popolazione avrà l'accortezza di mantenere dei comportamenti più attenti". Come funziona con la vaccinazione? Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto a "L'Italia s'è desta" su Radio Cusano Campus ha appena spiegato che il vaccino è utile soltanto per coloro che hanno avuto un contatto stretto con chi era positivo e per gli operatori sanitari. "​Abbiamo già a disposizione alcune dosi di vaccino, il numeri dei casi è limitato quindi non ci sono problemi". Sbrogiò ha aggiunto che si tratta di un vaccino di terza generazione specifico per questa infezione e "sarà somministrato tendenzialmente a categorie a rischio e a soggetti post esposizione per aiutare la risposta immunitaria".

L'autosorveglianza

Come accadde per il Covid, chi ha sintomi ed è positivo alla malattia dovrà stare in quarantena mentre, per i contatti stretti sarà necessario rimanere isolati per tre settimane controllando costantemente la temperatura corporea e l'eventuale presenza di problematiche sulla pelle (pustole), cadute le quali una persona si può considerare guarita. Poche ore fa, intanto, è stato identificato in Campania il primo caso di vaiolo delle scimmie su un uomo di 40 anni arrivato al pronto soccorso dell'Ospedale Cotugno di Napoli con una diffusa eruzione vescicolare. Il paziente è stato isolato presso l'Uoc di Malattie infettive emergenti e ad alta contagiosità dove ha ricevuto tutte le visite e analisi del caso.

In totale, i casi accertati nel mondo sono 1.884 casi dall'inizio dell'epidemia fino al 15 giugno. Di questi, 1.160 si sono verificati in Europa. Il Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha fatto sapere che la maggior parte dei casi "è stata riscontrata in giovani uomini e, laddove è noto l'orientamento sessuale, quasi tutti i pazienti sono uomini che hanno rapporti sessuali con uomini".

Non si sono registrati morti: il decorso clinico continua a essere descritto generalmente come lieve, con "la maggior parte dei casi che presenta lesioni sui genitali o sull'area perigenitale, indicando che la trasmissione è probabilmente avvenuta per stretto contatto fisico durante le attività sessuali".

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