Ha parlato e ha raccontato la sua terribile esperienza una delle mamme rimasta vittima delle false relazioni per allontanare bambini da famiglie e collocarli in affido retribuito da amici. Un meccanismo disumano gestito da una rete di servizi sociali della Val D’Enza (Reggio Emilia). Una donna che per anni ha combattuto per riavere sua famiglia. "Mi hanno tolto mia figlia quattro anni fa. Mi hanno detto che ero una madre inadeguata e hanno modificato i suoi disegni con dettagli pornografici per incastrarmi", ha raccontato la donna alla Stampa.
Da un momento all'altro le assistenti sociali sono hanno fatto irruzione nella vita della piccola. "Io e il mio ex marito ci stavamo separando. Lui faceva pressioni su mia figlia. Le diceva che se l’avessi lasciata sola avrebbe dovuto chiamare i carabinieri. È bastato arrivare a casa venti minuti in ritardo dall’ufficio e la mia bambina non c’era più. Era il 2016. Lei aveva 9 anni."
Da subito le hanno detto che era una madre inadeguata. "Poi si sono inventate di tutto. Disegni falsificati? Li conosco bene. Orribili, pornografici e falsi. Falsi come tutti loro che adesso spero marciscano in galera e paghino per tutto quello che ci hanno fatto. Hanno detto che ero anche una tossicodipendente".
La bambina, da lì a poco, è stata data in affido e per la madre che continuava a recarsi dai carabinieri non c'è stato nulla da fare. Ha cambiato uno, due avvocati, ma nulla. Due anni fa, poi, la piccola viene ricoverata in ospedale. "Sospettavano che fosse epilettica. Invece era solo stress. L’ho vista tremare davanti alle assistenti sociali. L’ho sentita urlare: 'Mamma, mamma, portami a casa...' [...] Da allora non l’ho più vista", racconta la donna sempre al quotidiano torinese. Ora è tornata dai carabinieri e ha detto: "Avete visto, avete visto che avevo ragione... Ridatemi mia figlia adesso".
La ricostruzione
Bambini allontanati dalle loro famiglie e collocati in affido ad amici e conoscenti, con relazioni falsificate. Minori stimolati con impulsi elettrici durante le sedute dagli psicologi per convincerli di avere subito abusi sessuali dalla famiglia di origine.
A fare emergere tutto questo è stata l'inchiesta dei carabinieri di Reggio Emilia, coordinata dalla procura locale, denominata Angeli e demoni. Sedici persone legate alla rete dei servizi sociali della Val D'Enza, nel reggiano, sono state destinatarie di misure cautelari. Tra loro il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, appena rieletto e finito ai domiciliari, ma anche politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una Onlus di Torino.
Le trascrizioni dei colloqui erano spesso inventate, per potere strappare i minori
alle loro famiglie e inserirli nei programmi dei servizi sociali e affidarli a onlus pagate dal Sistema sanitario nazionale centinia di migliaia di euro. Il quadro emerso dal lavoro degli investigatori appare sconvolgente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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