Cronache

Il vescovo elogia Matteo Salvini: "Un uomo vero che dice la verità"

Il vescovo Carlo Liberati, in controtendenza rispetto a molti dei suoi 'colleghi', la pensa come Matteo Salvini: "Prima gli italiani"

Il vescovo elogia Matteo Salvini: "Un uomo vero che dice la verità"

Trovare un vescovo che tende la mano a Matteo Salvini è un fatto raro. L'episcopato italiano, a volte, sembra più attivo dell'opposizione parlamentare nel contrastare la "linea dura" del Viminale sull'immigrazione. Monsignor Carlo Liberati, però, incaricato emerito nel Santuario di Pompei, si è detto certo che il leader del Carroccio abbia davanti a sè un "grande" futuro, pure perché il ministro dell'Interno, stando alla visione dell'ecclesiastico, è abituato a dire le cose come stanno. Il che, per un consacrato, non può non rappresentare un valore.

Il parere del monsignore si apprende leggendo un'intervista pubblicata su La Fede Quotidiana. Il virgolettato più politico, rintraccabiale tra le dichiarazioni rilasciate, che toccano l'attualità passando per più sfumature, è quello in cui Liberati afferma che: "La carità è aperta a tutti, ma bisogna pensare prima agli italiani, ai poveri vicini per arrivare ai lontani. In questa ottica Salvini ha ragione e sono certo che abbia davanti a sé un grande avvenire. Parla col sì quando è sì col no quando è no. E’ un uomo vero, afferma la verità e di questi tempi non mi pare poco".

Il presule campano aveva già dato prova di essere una voce "fuori dal coro", quando aveva invitato i politici nostrani alla "prudenza" sullo ius soli. Mentre alcuni suoi "colleghi" sono impegnati nella promozione di un partito o, più verosimilimente, di un forum composto da cattolici contrastante l'avanzata del populismo, Liberati dimostra di non aver paura di divergere dal sentore comune: "...Da vescovo - ha approfondito - io devo affermare la verità. La mia bussola non è neppure il gloria che è un inno, ma il Credo quello che recitiamo alla Domenica".

La fondazione di un "partito dei cattolici", intanto, continua ad animare il dibattito. Ma a premere per questa soluzione, come dimostrano le parole di mons.

Liberati, sono solo alcuni vescovi italiani.

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