Violenza al centro profughi, "Pensavo che mi avrebbe uccisa"

La testimonianza dell'operatrice di Bergamo. A salvarla due ospiti del centro

Violenza al centro profughi, "Pensavo che mi avrebbe uccisa"

Le ha premuto una mano sulla bocca, mettendole le mani al collo e mantenendo la presa fino a che lei non è svenuta. È questo il racconto che l'operatrice del centro di accoglienza per migranti di Fontanella, nella Bergamasca, fa della violenza subita da parte di un giovane della Sierra Leone.

"Penso che volesse uccidermi", dice ai carabinieri, mentre ancora si trova in ospedale, raccontando di come il ventenne l'abbia seguita fino ai bagni, in una zona non aperta agli ospiti del centro, per poi aggredirla.

Una testimonianza riportata dal Corriere di Bergamo, che parla di un ragazzo problematico ma che non aveva dato segni di squilibrio, se non il giorno prima dell'aggressione all'operatrice quando guardando dei video pornografici su un tablet avev lamentato con gli operatori la scarsa ricezione del segnale wi-fi.

Poi lo scatto e l'agguato in

bagno. L'operatrice spinta contro una doccia, mentre il 20enne cercava di baciarla e le metteva le mani addosso. Lo svenimento. L'hanno salvata altri due migranti, che hanno sfondato la porta, sentendo le sue grida d'aiuto.

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