Xylella, Nature bacchetta l'Italia per il batterio che minaccia l'Ue

La rivista scientifica Nature ha rimproverato all'Italia di non aver fermato la diffusione della Xylella negli ulivi in Puglia: il batterio ora minaccia l'Ue

Xylella, Nature bacchetta l'Italia per il batterio che minaccia l'Ue

La prestigiosa rivista scientifica Nature, sul suo sito, rimprovera all'Italia di non esser riuscita a fermare la diffusione della Xylella, il batterio che sta distruggendo la coltivazione degli ulivi in Puglia.

Il nostro Paese è stato accusato di aver ignorato tutte le raccomandazioni del mondo scientifico e di non aver seguito i piani di contenimento concordati con la Commissione Europea, secondo una verifica effettuata proprio dalla stessa, mettendo così in pericolo l'Europa.

Nell'articolo pubblicato sul sito Internet, la rivista scientifica rileva che il pericoloso batterio che colpisce gli alberi e ne provoca la morte per dissecamento, dalle coltivazioni degli olivi in Puglia, ora minaccia di raggiungere il resto d'Europa,diffondendo questa infezione.

Rendere più efficace il monitoraggio sulla xylella fastidiosa, attuare misure ma soprattutto agire tempestivamente nell'espianto degli alberi infetti nella zona cuscinetto, per evitare la diffusione del batterio: queste erano le raccomandazioni che la Commissione europea aveva rivolto all'Italia in seguito a un audit tenuto in Puglia nel novembre 2016.

In un report pubblicato lo scorso maggio dalla Commissione Europea ci sarebbe scritto che l'Italia ha iniziato a effettuare un monitoraggio sistemico troppo tardi e che ci sono stati "ritardi eccessivi" nello sradicare alcuni alberi infetti.

"Dall'agosto 2016 si sono registrati progressi significativi nell'attuazione della decisione Ue - si legge nelle conclusioni della relazione - ma sono necessari ulteriori sforzi per prevenire l'ulteriore diffusione della malattia". In particolare, alcuni alberi infetti nella zona "cuscinetto", la fascia di 20 chilometri a nord della provincia di Lecce, all'epoca dell'audit erano risultati rimossi in ritardo o non rimossi, aumentando le possibilità di diffusione della malattia.

Nature ha anche menzionato alcuni scienziati italiani e i loro sforzi per fermare l'infezione, ma ostacolati negli

ultimi 4 anni. "La situazione è ridicola - ha commentato Giovanni Martelli dell'Università di Bari - Le autorità si sono sempre mosse troppo lentamente, quando invece era necessaria una risposta rapida".

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