Coronavirus

Pronta nuova stretta anti Covid: sei regioni rischiano arancione

Sono sei le regioni che rischiano di tornare in fascia arancione

Pronta nuova stretta anti Covid: sei regioni rischiano arancione

Ecco pronte al via le zone rosse locali per cercare di riuscire a evitare un lockdown nazionale. A preoccupare adesso sono le varianti del virus che sono ormai arrivate anche in Italia. L’obiettivo del governo è quello di provare a limitare i danni di una terza ondata. Le nuove zone rosse sono state istituite in Lombardia, dove nei comuni di Viggiù (VA), Mede (PV), Castrezzato (BS) e Bollate (MI) dalle 18 di oggi, mercoledì 17 febbraio, verranno applicate le disposizioni previste nella cosiddetta fascia rossa, che erano già state osservate poche settimane fa sull’intero territorio regionale. Intanto in Campania è stata scoperta una nuova variante che non era mai stata individuata prima in Italia. La paura degli esperti è che possa in poco tempo diramarsi in tutta la Penisola. Proprio per questo motivo si stanno studiando chiusure locali nelle zone maggiormente colpite, con il fine di riuscire in questo modo a evitare un lockdown nazionale. Come già in passato, nelle zone rosse le scuole, i negozi e i locali pubblici saranno chiusi, a eccezione dei beni necessari. Gli spostamenti in entrata e uscita saranno vietati, tranne che per motivi di lavoro, salute o emergenza e anche quelli all’interno saranno limitati. Da venerdì sei regioni potrebbero entrare in fascia arancione, nel caso in cui il loro valore dell’Rt sia superiore a 1. Nella giornata di ieri si è registrato un tasso di positività al 3,8%, con 10.386 nuovi positivi e 336 decessi. Dati ancora alti per pensare ad allentamenti.

Zone rosse locali

Oltre ai quattro comuni della Lombardia, su territorio nazionale ci sono anche altre città e paesi che restano sorvegliati speciali. Addirittura intere province che potrebbero nelle prossime ore venire chiuse del tutto. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha incontrato nella giornata di ieri Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria. La regione si trova infatti in una situazione per nulla facile, data anche dalla mancanza di personale sanitario. I lockdown locali che ha adottato hanno però aiutato a fronteggiare l’emergenza e proprio per questo risultato il modello Umbria dovrà essere adottato anche nel resto del paese.

Scuole e negozi

Nelle zone rosse tutte le strutture scolastiche verranno chiuse e si tornerà ancora una volta alla didattica a distanza. Anche i negozi non potranno aprire, a eccezione dei generi alimentari, delle farmacie, delle edicole e dei tabaccai. Gli spostamenti saranno vietati se non per esigenze lavorative, di salute o emergenza. Chiusi anche i locali pubblici.

Zona arancione

In seguito al prossimo monitoraggio di venerdì 19 verranno probabilmente prese le nuove decisioni da parte del governo. Sono sei le regioni che rischiano di tornare arancioni perché la scorsa settimana mostravano un Rt pericolosamente vicino all’1. Nello specifico si tratta di Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Piemonte. A queste potrebbero aggiungersi anche l’Abruzzo, la Basilicata, la Liguria, il Molise, l’Umbria e la provincia di Trento. Le misure prese durante il periodo delle festività natalizie avevano abbassato la curva epidemiologica, riportando quasi tutto il Paese colorato di giallo. Qualche allentamento dei provvedimenti e l’arrivo in Italia delle varianti estere hanno fatto sì che la situazione peggiorasse. Il ministro Speranza e la neoministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini hanno più volte ribadito: “Dobbiamo mantenere cautela, intervenire tempestivamente”.

Terza ondata

A preoccupare, come abbiamo già detto, sono le varianti estere arrivate in Italia. Sono loro che potrebbero provocare una terza ondata e, proprio per evitare questo, gli esperti stanno tracciando una mappa dei casi del virus mutato ritenuto più veloce nel diffondersi e più letale. Una nuova variante inglese è stata scoperta per la prima volta ieri dall’Istituto Pascale e dall’Università Federico II di Napoli. Ancora però non si è a conoscenza del suo potere di trasmissibilità. Il suo nome è B1.525 e ne sono stati trovati 32 casi nel Regno Unito e pochi in Danimarca, Stati Uniti e Nigeria. Il primo positivo in Italia è un professionista da poco rientrato dall’Africa.

Scadenza del Dpcm

Subito dopo aver ottenuto la fiducia, il governo Draghi dovrà pensare al Dpcm in scadenza il prossimo 5 marzo. Sarà Mario Draghi a dover firmare un nuovo Dpcm o decidere invece di procedere con un decreto che dia ai ministri e alla Protezione civile potere decisionale, in accordo comunque con palazzo Chigi.

Le eventuali riaperture di ristoranti anche la sera, di cinema, teatri, palestre e piscine dipenderanno dall’andamento della curva epidemiologica.

Commenti