Cuba, muore dopo sciopero della fame il dissidente Zapata

Faceva parte del gruppo di 75 oppositori in carcere dal 2003. Aveva 44 anni e non mangiava da 85 giorni per protesta

Per giorni e giorni la dissidenza cubana aveva denunciato che era fra la vita e la morte: Orlando Zapata, 44 anni, alla fine si è spento martedì in un ospedale all'Avana dove era stato ricoverato lunedì a causa delle condizioni disperate nelle quali si trovava dopo 85 di sciopero della fame.
A dare la notizia sono state fonti dell'opposizione. «Zapata è morto alle 15:30 (le 21:30 ora italiana, ndr). Quello che hanno fatto con lui è stato in realtà un omicidio mascherato da una copertura giudiziaria e carceraria», ha detto Elizardo Sanchez, portavoce della Commissione cubana dei diritti umani e riconciliazione nazionale (Ccdhrn, organismo illegale, ma tollerato dall'Avana).
Nonostante la gravità delle sue condizioni, Zapata «è stato portato in terapia intensiva solo lunedì», ha sottolineato Sanchez, ricordando che il dissidente era stato ricoverato all'Ospedale nazionale giudiziario, dove era stato portato dalla prigione di Camaguey, centro dell'isola. Zapata aveva cominciato lo sciopero della fame il 3 dicembre per protestare contro gli «abusi» che, secondo la madre, Reyna Luis Tamayo, aveva subito nel carcere di Camaguey. Faceva parte del gruppo di 75 dissidenti detenuti dal 2003, di cui 53 rimangono in carcere ed era stato condannato a 36 anni per diversi reati, fra cui «vilipendio della figura del Comandante» Fidel Castro.
Una ventina di oppositori, secondo quanto ha denunciato la CCdhrn, sono stati «brutalmente colpiti e fermati» questo mese a Camagüey quando protestavano proprio contro il «trattamento crudele e inumano» subito da Zapata.

Altre fonti della dissidenza hanno ricordato che dopo il lungo sciopero della fame, Zapata aveva problemi soprattutto a reni, polmoni e fegato. La morte del dissidente porrà più di un problema alle autorità dell'isola: tra l'altro va proprio a coincidere con l'arrivo a Cuba del presidente del Brasile, Ignacio Lula da Silva, atteso oggi all'Avana.

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