
Gentile Direttore Feltri, sono stati 150mila i fedeli che in piazza San Pietro hanno atteso la fumata bianca e che il nuovo pontefice si mostrasse al mondo. Evento emozionante, persino per chi cattolico e cristiano non è, senza dubbio, ma trovo ammorbante la maniera in cui i media, da giorni ormai, trattano la notizia. Sono così stufo che ho spento la tv, per qualche giorno non comprerò nemmeno i giornali, che sono tutti uguali e non fanno altro che approfondire le solite banalità in relazione al papa. Appena l’entusiasmo sarà scemato tornerò ad informarmi. Grazie.
Ivano Lepore
Caro Ivano, come ti capisco! Per settimane non abbiamo parlato d’altro che della malattia di papa Francesco, con dirette quotidiane dal piazzale dell’ospedale in cui era ricoverato e bollettini medici trasmessi due volte al dì, poi della sua morte, del suo pontificato, della sua storia, in seguito del conclave, con previsioni, tutte rigorosamente sbagliate, sul cardinale che sarebbe stato eletto, ora parliamo del nuovo papa, del suo primo discorso, della sua biografia, della sua nazionalità, del suo orientamento, delle frasi scontatissime con le quali è stato salutato dai «grandi» del mondo.
Si tratta di un evento storico, di una notizia, mi riferisco all’elezione del pontefice, grandiosa, essa merita dunque un certo rilievo e di essere messa in primo piano, ma si rischia di scadere nella ripetitività e di stancare il telespettatore. Non mi spiego lo stupore generale generato dalla parola «pace» pronunciata da Leone XIV. Penso sia scontato che un papa adoperi termini quali: pace, amore, perdono, fratellanza. E che si opponga, di contro, a: guerra, fame, miseria, egoismo, indifferenza. Sicuramente c’è un bisogno generale di pace che proviene dalla pancia dell’umanità, essendo il mondo intero alle prese con conflitti caldi e freddi, sconvolto da tensioni nelle relazioni tra Stati che sono sempre stati amici, siamo arrivati a minacce gravi nei mesi passati, alla preoccupazione che qualcuno potesse ricorrere alle armi nucleari. Insomma, siamo messi male, mai siamo stati messi così male dopo il secondo conflitto mondiale, persino peggio rispetto al periodo della guerra fredda, non è un bel momento questo e sono convinto che tale malessere politico globale produca ripercussioni sulle masse e sui singoli. Il papa che si affaccia al balcone e dice «pace» rappresenta e accende la speranza che si possa giungere finalmente a questo obiettivo, fallito da Donald Trump, il quale pure si era dichiarato convinto di potere mettere d’accordo Putin e Zelensky nel giro di qualche giorno nonché di portare prosperità a Gaza. Chi non ricorda quel video, creato con l’intelligenza artificiale, in cui egli mostrava una Gaza ricostruita, allegra e feconda? Il potere temporale ha mostrato i suoi limiti angusti e la sua effimerità. Ma ora il potere spirituale, incarnato dall’alto rappresentante di Dio sulla Terra, potrebbe operare il miracolo.
Quest’altro americano potrebbe smuovere le acque. Non ci resta che confidare in un intervento divino che muti la situazione attuale.
Ecco perché 150mila persone hanno voluto salutare il neo pontefice, attenderlo, essere presenti in quella piazza. Sì, credo possa essere questo il motivo di tale massiccia partecipazione.
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