
A Castelbuono, tra i monti siciliani delle Madonie, la manna non cade dal cielo come quella che nella Bibbia sfama gli ebrei nel deserto. In questa zona, come nella vicina Calabria, si esercita l’arte antica di intagliare la corteccia del frassino, secondo incisioni precise e con strumenti tradizionali, per estrarne un dolcificante naturale che gocciola in stalattiti di linfa chiamate “cannoli” .
E questa manna è uno degli ingredienti più originali di torroni e dolci tipici, ma soprattutto del panettone del sud, quello che ha osato sfidare la tradizione milanese e sganciarsi dal periodo natalizio per arrivare sulle tavole tutto l’anno e in tutto il mondo.
Ad agosto se ne è mangiato uno enorme, da dieci chili, creato apposta per il festival musicale Ypsigrock, nella piazza sotto il castello medievale dei Ventimiglia, che in una stupefacente cappella barocca custodisce le reliquie di Sant’Anna. La madre di Maria, festeggiata pubblicamente a fine luglio, con un altro panettone. Anche stilisti famosi come Dolce e Gabbana hanno voluto la loro linea “griffata”, in scatole di latta con le decorazioni tipiche siciliane usate anche sui loro abiti.
Pensare che quando Nicola Fiasconaro ebbe l’idea di rendere meridionale questo dolce, farcendolo di prodotti dell’isola, dai gelsi ai pistacchi, dai fichi d’India alle mandorle, dagli agrumi al cioccolato di Modica allo zafferano, fu quasi preso per pazzo.
Nato nelle stanze sopra al laboratorio di pasticceria anni ‘50 del padre Mario, che anche quel giorno sfornava bignè e paste di mandorle, nel 2006 ha inventato il panettone del sud e con i fratelli Fausto e Martino ha trasformato negli anni la piccola attività familiare in holding internazionale, che esporta in 75 paesi del mondo, a cominciare dagli Stati Uniti.
A New York apre in queste settimane, ma già è entrato alla Casabianca ed il dolce siciliano è addirittura andato in orbita su uno shuttle della Nasa.
La storia gustosa del prodotto nato sui monti tra Cefalù e Palermo ha interessato tre Papi in Vaticano e ha rotto le resistenze della maggior parte degli affezionati alla tradizione milanese, che vuole il panettone rigorosamente sotto l’albero di Natale. Il Made in Italy ha vinto, anche se stavolta parla siciliano.