Archeologia, nuovi crolli a Pompei. Ma l'Italia obbedisce all'ultimatum Unesco

Cedono una parte di stucco della Casa del torello di bronzo e una porzione di mura delle terme centrali. Firmato il protocollo di intesa fra Stato, Regione, Provincia e Comuni per l'ampliamento dell'area protetta imposto dall'organizzazione dell'Onu

Archeologia, nuovi crolli a Pompei. Ma l'Italia obbedisce all'ultimatum Unesco

Nei giorni in cui l'Italia si piega all'ultimatum lanciato l'Unesco a tutela di Pompei, nell'area archeologica più grande del mondo si registrano nuovi crolli. Nel pomeriggio di domenica, il sito è stato colpito dall'ennesimo evento connesso al cattivo stato di conservazione degli edifici. A cedere, secondo quanto hanno denunciato ieri Cisl e Uil, è stata una parte di stucco nella cosiddetta Casa del torello di bronzo. Oltre a una porzione del muro di cinta delle terme centrali.
Sempre ieri, mentre i sindacati davano la notizia degli ultimi danni provocati dal maltempo delle ultime settimane e dalla manutenzione insufficiente, è stato firmato, nell'auditorium degli scavi, il protocollo d'intesa per il piano di gestione Unesco che prevede l'ampliamento della zona di rispetto intorno alle aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziatà e le nuove regole di gestione del territorio, che dovranno essere compatibili con il sito stesso secondo quanto richiesto dall'organizzazione Onu alla fine di giugno, quando aveva comunicato al nostro Paese il suo ultimatum: l'Italia presenti entro il 31 dicembre 2013, il progetto di salvaguardia dell'area altrimenti i fondi Ue (105 milioni) sono a rischio.
Il protocollo è stato siglato tra il ministero per i Beni culturali, la Soprintendenza Speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, la Regione Campania, la Provincia di Napoli e i Comuni di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, Portici, Torre del Greco, Trecase, Boscotrecase, Boscoreale e Castellammare di Stabia.
Contestualmente si è anche costituito il tavolo di concertazione formato da Mibact, Regione, Provincia e dai Comuni firmatari del protocollo con funzione di coordinamento e confronto tra gli enti interessati. In tal modo Regione, Provincia, Comuni firmatari e Comunità locali, potranno collaborare con il ministero per implementare il piano di gestione e concorreranno a garantire nel tempo l'integrità dei valori che hanno consentito l'inserimento del sito nella lista del Patrimonio mondiale dell'umanità.
Tornando agli ultimi crolli, dopo il cedimento a Ercolano, sabato scorso, della copertura che proteggeva la casa dell'Atrio corinzio, a Pompei ieri pomeriggio il custode di turno nel quadrivio di Orfeo ha rilevato, secondo Cisl e Uil, una parte di stucco crollata all'interno della Casa del torello, (1 metro per 50 centimetri dal bordo della vasca del peristilio), inoltre, un muretto si era appoggiato su di una colonna. Nel muro di cinta posteriore delle terme centrali, inoltre, si è formato uno squarcio di oltre 2 metri di lunghezza per 1 metro di altezza.
La notizia giunge mentre nelle sale cinematografiche sta per arrivare «Pompei», il primo film interamente prodotto da uno dei più importanti musei del mondo, il British museum di Londra.
«Si frantuma un altro pezzo di stucco antico e si forma uno squarcio enorme nel muro di cinta delle Terme Centrali mentre al ministero studiano chi mandare a frenare questo sfascio». È l'allarme lanciato dai rappresentanti di Cisl e Uil degli scavi di Pompei, Antonio Pepe e Maria Rosa.
I crolli delle ultime ore, spiegano i due sindacalisti, hanno interessato la Casa del torello di bronzo (Regione V, Insula 1, Civico 3,6,7,9), una delle più grandi dimore di Pompei, dotata tra l'altro di un particolare sistema di utilizzo e distribuzione dell'acqua potabile, e le terme centrali, il più grande complesso termale dell'area archeologica che ricopre un'intera insula. Entrambi gli edifici si trovano al quadrivio di Orfeo. Durante l'abituale giro di ronda, il custode di turno pomeridiano, all'interno della Casa del torello, ha notato che dal bordo della vasca del peristilio si era staccato gran parte dello stucco che la ricopriva, che un muretto si era appoggiato su una colonna e che nel muro di cinta posteriore delle terme centrali si era formato uno squarcio di oltre 2 metri di lunghezza per 1 metro di altezza. «Mentre Pompei aspetta e spera nell'arrivo di un Soprintendente a tempo pieno e di un direttore generale con tanto di vicario e staff, - proseguono i due sindacalisti - che dovrebbero una volta per tutte concretizzare gli interventi di restauro previsti per il Grande progetto Pompei, agli Scavi continua inesorabile il bollettino dei crolli».


I due sindacalisti hanno sottolineato «che se fosse stata attuata una manutenzione ordinaria del sito tutto ciò poteva essere evitato» e che da tempo mese dopo mese «nuove domus e nuove aree diventano inaccessibili ai turisti e si restringe ancor più l'area visitabile del sito archeologico».

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