Christov-Bakargiev confessa a Dagospia: «Toni Negri io l'avrei invitato»

Ma non era una bufala il possibile invito di Toni Negri alla Biennale di Istanbul? Ne avevamo parlato sul Giornale in prossimità dell'inaugurazione della mostra, riprendendo una notizia di Artribune che a sua volta aveva raccolto l'informazione da fonti piuttosto attendibili in Turchia, secondo cui la curatrice Carolyn Christov-Bakargiev, prossima direttrice del Castello di Rivoli e della GAM di Torino, avrebbe selezionato il celebre teorico della lotta armata fra gli intellettuali nella sua Biennale. Poche ore dopo arrivò la smentita dell'ufficio stampa da Istanbul: Toni Negri non c'è. Il nostro pezzo, nel frattempo, venne pubblicato su Dagospia e proprio ieri, tornata in Italia, la Christov-Bakargiev ha incontrato Roberto D'Agostino a Roma «accusandolo» di essere stato lui la fonte della notizia falsa. E la signora aggiunge, chiedendo di non pubblicare il commento, che Toni Negri alla Biennale di Istanbul ci sarebbe stato benissimo perché a lei piace molto. Dago non si fa certo pregare e la chiosa è uscita regolarmente sul suo sito.

Delle due l'una, quindi. O la notizia dell'invito era vera, è venuta fuori inopinatamente e a quel punto qualcuno deve avere suggerito una opportuna marcia indietro soprattutto in considerazione del prossimo importante incarico della Christov-Bakargiev in Italia. E in tal caso sarebbe stato meglio difendere la propria posizione e considerare Negri un intellettuale degno di essere incluso nel dibattito teorico, come Sofri insomma, e che questioni legate in qualche modo agli «anni di piombo» non possono costituire una pregiudiziale nel presente. Noi non la pensiamo così ma il mondo dell'arte è molto più libero e progressista di un quotidiano moderato... Oppure la notizia era falsa. Falsa fino a un certo punto, visto che comunque alla curatrice Negri piace e che dunque sarebbe stato ben accolto nella mostra, così come in generale attraggono molto i cattivi maestri nel mondo intellettuale di certa sinistra radical chic globalista. Peccato non averci pensato prima, come ha confessato off the record a Dagospia . Allora siamo stati complici involontari di un ottimo suggerimento.

Magari ci ritroveremo il professore a Torino o in qualche altra mostra curata dalla Christov-Bakargiev. La dritta, comunque, gliela lasciamo tutta, senza rivendicare il diritto di primogenitura di tale stupefacente idea.

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