Come può accadere che una delle nazioni più potenti del mondo decada dal suo rango? Come è possibile che un'economia un tempo florida si spenga come una candela messa sotto una campana di vetro? Beh, un buon inizio può essere quello di disprezzare «perché costosi, i progetti per le strade pubbliche...» esattamente come «meritano derisione quelli che vanno dicendo di poter rendere navigabili i fiumi e di poter realizzare canali». Certo poi ovviamente non ci si può accontentare, bisogna darci dentro anche a livello normativo e istituzionale: «Ufficiali o segretari di gabinetto potranno esserlo persone di qualsivoglia talento... sempre che abbiano una bella grafia». Per gli stipendi nessun problema del resto: «se non saranno sufficienti, prendano pure, con moderazione, tutto ciò che gli servirà, computandolo tra le spese straordinarie, e facendo scomparire alcuni zeri». Tanto alla fine quel che conta è tassare i cittadini: «Si esigano imposte con maggior rigore, e quando non avranno di che pagare... si vendano i loro effetti personali e il mobilio, e se fosse necessario anche i loro letti e le loro dimore...».
Vi sembra la dottrina economica Monti espressa con un linguaggio un po' arcaico? O altrove vi ha ricordato le difficoltà che si incontrano ogni volta che c'è da snellire la burocrazia? Oppure vi sembra che il riferimento a chi non vuole strade e canali vada benissimo anche per i no-tav? No, tranquilli si tratta di un testo antico e per nulla italiano. Si intitola Testamento de España e lo ha appena ripubblicato l'editore Liberilibri (pagg. 106, euro 15, traduzione e curatela di Alessandra Battistelli). Data e autore del testo sono incerti. Si trattava infatti di un pamphlet anonimo che circolava in Spagna nella prima metà del Settecento. Deplorava il crollo economico e politico che avevano subito i regni iberici dopo la guerra di successione spagnola (1701-1714). Il testo era pieno di quel nuovo spirito liberale e libertario tipico dei lumi. La Spagna però era uno dei posti meno adatti ad accoglierlo. Da qui l'anonimato del volumetto. Anche se probabilmente l'estensore è Melchor de Macanaz (1670-1760), uomo di lettere e di diritto che appoggio la fazione borbonica e venne messo sotto processo dall'inquisizione per le sue idee eterodosse. Ora per la prima volta viene fornito nel nostro Paese con traduzione italiana.
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