Il curatore Gioni farà la cartografia del presente Vaticano incluso

I l titolo della 55esima esposizione internazionale d'Arte della Biennale di Venezia (dal 1 giugno al 24 novembre 2013 ai Giardini e all'Arsenale) sarà «Il palazzo enciclopedico»; a sceglierlo il curatore Massimiliano Gioni, che ieri ha affiancato il presidente della Biennale, Paolo Baratta, nell'incontro con i rappresentanti dei Paesi invitati, dei quali 8 partecipano per la prima volta: Bahamas, Regno del Bahrain, Repubblica del Kosovo, Kuwait, Maldive, Costa d'Avorio e Nigeria (con i Paesi Africani), Paraguay. Era inoltre presente all'incontro il comitato promotore del padiglione della Santa Sede alla Biennale Arte 2013. Il Vaticano quindi conferma la sua partecipazione, e allestirà la propria mostra nelle Sale d'Armi dell'Arsenale. Al centro i primi undici capitoli della Genesi, con opere su creazione, coppia, amore, salvaguardia del creato ma anche peccato, male, oppressione.
Per quanto riguarda l'esposizione internazionale, il curatore Gioni ha spiegato il titolo evocando l'artista auto-didatta italo-americano Marino Auriti che «il 16 novembre 1955 depositava presso l'ufficio brevetti statunitense i progetti per il suo Palazzo Enciclopedico, un museo immaginario che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere dell'umanità, collezionando le più grandi scoperte del genere umano, dalla ruota al satellite». L'impresa di Auriti rimase incompiuta, ma il sogno di una conoscenza universale, ha detto Gioni, «attraversa la storia dell'arte e dell'umanità e accomuna personaggi eccentrici come Auriti a molti artisti, scrittori, scienziati e profeti visionari che hanno cercato - spesso invano - di costruire un'immagine del mondo capace di sintetizzarne l'infinita varietà». L'esposizione combinerà opere d'arte contemporanea e reperti storici, oggetti trovati e artefatti.

Ispirandosi alla «antropologia delle immagini» dello studioso Hans Belting, la Biennale curata da Gioni si interrogherà su «quale spazio è concesso all'immaginazione, al sogno, alle visioni e alle immagini interiori in un'epoca assediata dalle immagini esteriori? E che senso ha cercare di costruire un'immagine del mondo quando il mondo stesso si è fatto immagine?».

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