Il mensile Storia in Rete diretto da Fabio Andriola da oggi in edicola pubblica nuovi passi di un Diario del 1942 attribuito a Benito Mussolini (al quale il Giornale ha già dedicato spazio il 27 giugno scorso, quando uscì la notizia dell'esistenza di questo diario «inedito», con un'intervista al direttore Andriola).
Il periodico ha deciso di pubblicare il materiale messo a disposizione dal collezionista che possiede il manoscritto perché per la prima volta nella storia dei diari mussoliniani (che a detta degli storici di sicuro esistono, o sono esistiti) è possibile raffrontare pagine dell'agenda inedita con i corrispondenti giorni di un altro diario, sempre del 1942 e attribuito a Mussolini ma probabilmente apocrifo. Questa copia venne offerta nel 1967 al Sunday Times : la vendita non andò in porto ma il quotidiano inglese trattenne le fotocopie ricevute per la valutazione. Il confronto tra i due documenti ha rivelato una circostanza sorprendente: i testi sono praticamente identici ma la grafia di quello inedito è più stretta mentre le pagine provenienti dall'Inghilterra rivelano una scrittura più ampia al punto che il testo spesso fatica a rientrare nello stesso spazio sulla pagina. E allora cosa accade? Finito lo spazio, le ultime frasi non vengono trascritte. In altri casi accade il contrario, sempre in presenza di un testo identico: se la copia risulta troppo stretta, compare nella pagina qualche frase che nel Diario pubblicato da Storia in Rete si trova in quella successiva. Altre volte ancora, dove la grafia dell'inedito risulta di difficile comprensione, il «falsario» si arrangia mettendo un sinonimo. Anomalie che fanno pensare che, a fine anni '50, Amalia Panvini, la donna di Vercelli accusata di aver falsificato alcune agende mussoliniane, non mentì. La Panvini disse infatti di aver copiato da un testo originale, non di averlo inventato di sana pianta. Del resto sembra poco razionale che un falsario abbia realizzato due copie (con grafie non identiche) dello stesso Diario sia perché non sarebbe possibile vendere a due editori la stessa agenda sia perché le copie di agende commissionate a vari tipografi avevano costi molto alti (dovevano avere caratteristiche precise: carta, caratteri, corpo, impaginazione...).
In attesa di nuove analisi e perizie, il Giornale - che non possiede gli strumenti per sostenere o respingere l'autenticità dello scritto - ha deciso di anticipare in questa pagina alcuni passaggi tratti dal «Diario del 1942» pubblicato da Storia in Rete .
Giorno dopo giorno, riflessioni di carattere personale si uniscono a considerazioni politiche; situazioni e personaggi vengono delineati e descritti con poche, efficaci, parole, insomma con uno stile da giornalista che potrebbe ricordare quello di Mussolini. Su tutto aleggia una crescente sensazione di sconfitta, acuita dalla consapevolezza della propria impotenza e dallo straziante ricordo del figlio Bruno, morto nell'agosto 1941.
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