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Fuori dalla notizia

Le notizie non muoiono sulla carta, né nell’etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo

Fuori dalla notizia

Le notizie non muoiono sulla carta, né nell’etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo

La notizia. Il sistema planetario più vicino alla Terra, quello che ruota intorno alla stella Epsilon Eridani e che è il più citato nei telefilm della serie Star Trek e nei romanzi di Isaac Asimov, potrebbe ospitare pianeti rocciosi simili alla Terra. La scoperta si basa sui dati forniti dal telescopio spaziale Spitzer della Nasa. Gli astronomi del SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) hanno scoperto che quel sistema planetario ha due fasce di asteroidi (il nostro Sistema Solare ne ha una) delle quali una, molto densa, potrebbe ospitare ben più dei due pianeti finora ipotizzati. Distante dieci anni-luce dal nostro Sistema Solare, Epsilon Eridani è cinque volte più giovane del Sole, con i suoi 800 milioni di anni, e la sua luce è molto più debole. “Molto probabilmente – ha detto Dana Backman, del SETI – questo sistema planetario somiglia molto al nostro nel periodo in cui comparve la vita sulla Terra”. (fonte: Ansa, 29 ottobre 2008).

Fuori dalla notizia. “Configurandosi in quanto sopra specificato il reato di diffamazione, diamo senz’altro mandato ai nostri legali di porre in essere le azioni necessarie, oltre che per ristabilire la verità, per tutelare l’onorabilità di tutti i nostri Pianeti. Distinti saluti. Firmato: Wuuxxxyyy, presidente del consorzio Epsiloniano”. Con queste parole si chiude la Lettera Celeste pervenuta ieri sera ai sette Ricevitori Cosmici della Terra e rimbalzata in ogni angolo del nostro pianeta. La protesta degli Epsiloniani origina da un’affermazione di Dana Backman, un astronomo del secolo scorso, secondo il quale (citiamo testualmente) “molto probabilmente questo sistema planetario [quello con al centro Epsilon Eridani, ndr] somiglia molto al nostro nel periodo in cui comparve la vita sulla Terra”. Insomma, l’incauto studioso del SETI, cioè il Search for Extra-Terrestrial Intelligence, ha in tal modo dato dei buzzurri a una civiltà che era già allora, 96 anni fa, nel 2008, piuttosto evoluta. Ora dell’intemerata di Backman dovrà rispondere la Sovrintendenza Unica. In che modo? “I nostri avvocati – ha detto un portavoce della SU che preferisce mantenere l’anonimato – si metteranno al più presto in contatto con i loro colleghi Epsiloniani. Riteniamo vi possano essere margini per addivenire a un accordo senza andare in giudizio”.

“Ma perché – è stato chiesto allo stesso portavoce – gli Epsiloniani si sono fatti vivi a distanza di tanto tempo?”. “Guardate che per loro – è stata la risposta – dieci anni-luce non sono mica uno scherzo. Pensate che viaggiano ancora con le navicelle R1, quegli stracciaculi”. 

(Nella foto: rappresentazione artistica di Ipsilon Eridani)
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