«M ettiamola così: abbiamo nominato 20 direttori europei, nessuno straniero. In futuro qualcuno dall'estero lo vorrei». Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, scherza sulle polemiche successive alla nomina dei nuovi direttori dei venti musei più importanti. Ma all'orizzonte si profilano i primi guai. «Scriveremo alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, sulla questione delle nomine siamo pronti a fare ricorso». Le venti nuove nomine, scrive il segretario nazionale della Uil, Enzo Feliciani, sottolineando che solo uno dei neo direttori proviene dall'amministrazione del Mibact, «sono un insulto al personale tecnico. Dopo la pubblicazione della graduatoria d'accesso ai colloqui la Uil ha chiesto al presidente Baratta di conoscere i criteri meritocratici adottati dalla commissione giudicante, senza ottenere risposta. Dove sta la trasparenza se non si riesce neanche a capire in base a quali criteri siano state nominate persone che figuravano al quinto o sesto posto della rispettiva graduatoria?».
Intanto ieri hanno cominciato a dichiarare a tutto spiano i direttori stessi, certamente stimolati dal dibattito creatosi intorno a loro. «Mi rendo conto che questa unione di competenze rappresenti un cambiamento radicale in Italia, ma è la direzione verso la quale stanno andando tutti i musei del mondo. È una regola valida in tutti i settori: il capo della Ferrari non deve essere un semplice ingegnere, ma anche un manager». Lo afferma Eike Schmidt, neodirettore degli Uffizi, che apre anche alla «possibilità di affittare a privati alcune sale del museo, o concederle per eventi agli sponsor che finanziano un restauro». Il nuovo direttore della Galleria nazionale delle Marche di Urbino Peter Aufreiter batte sullo stesso tasto: «Un direttore è soprattutto un manager, e un ambasciatore tra i Musei». La neodirettrice della Galleria nazionale d'Arte Antica di Roma, Flaminia Gennari Santori, dice di temere solo la burocrazia. «Ci sono grandi attese nei nostri confronti e temo che le complessità amministrative possano rallentare il lavoro. Temo anche le difficoltà nel reperire i fondi, in un Paese in cui non c'è una cultura del fundraising». «Né il turismo archeologico né quello balneare possono funzionare da soli. Ci deve essere equilibrio tra cultura, spiaggia, paesaggio, storia, archeologia, Cilento», sostiene Gabriel Zuchtriegel, neodirettore del sito archeologico di Paestum, il più giovane della compagnia. Sylvain Bellenger, nuovo direttore del museo di Capodimonte dichiara invece: «Mi spaventano l'assenza di pubblico e le condizioni fisiche in cui è tenuta la collezione. Bisognerà ripartire con le grandi mostre degli anni di Causa e Spinosa».
La Scala di Milano, all'ultima seduta del consiglio di amministrazione lo scorso luglio, a
quanto si apprende, ha cambiato lo statuto, in modo da consentire l'ingresso di un nuovo membro nel consiglio di amministrazione. Sembra ormai certo che si tratti di Rolex (anche se il teatro ufficialmente non conferma).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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