Cultura e Spettacoli

Gli incontri Studiosi all'arrembaggio

Quest'anno il festival «èStoria» di Gorizia si dedica a uno dei temi “sotterranei” più affascinanti dell'evoluzione della civiltà umana. I così detti “banditi”. Etimologicamente la parola viene dal germanico ban, poi latinizzato in bannum e indica il potere del capo tribù prima e del feudatario poi. Il bandito è appunto chi si pone, o è posto, al di fuori di questo potere. L'escluso, il reietto. Ma per converso anche chi è assolutamente libero. E tra tutti questi liberi/reietti quelli che sicuramente hanno più stimolato la fantasia di intere generazioni ci sono i pirati. Il mare è quello spazio in cui il potere delle grandi nazioni si è affermato più tardi, quindi lo spazio che più a lungo ha garantito un luogo sicuro a ogni tipo di ribelle. Sia che si trattasse di ribelli con ideali, sia che si trattasse di imprenditori del crimine.
Come spiegato da Edward Luttwak in questa pagina, è una situazione che permane ancora, in forma residuale ma resiliente. Nei secoli passati però la pirateria, o la sua versione legalizzata e militarizzata, ovvero la guerra di corsa, ha avuto un ruolo fondamentale. Ha caratterizzato il secolare scontro tra cristiani e musulmani nel Mediterraneo, ha contribuito alla caduta del gigantesco impero oceanico della Spagna imperiale, prima ancora è stato un flagello che nemmeno i romani riuscirono a estirpare da quello che chiamavano Mare nostrum. Ecco perché al festiva ci saranno svariati interventi sul tema. Il primo, venerdì, sarà «I pirati dell'Adriatico. Mito e storia degli Uscocchi». Gli uscocchi (in serbo-croato uskoci) erano una popolazione cristiana originaria dei Balcani e fuggita sulle coste dell'Adriatico per sfuggire ai Turchi. Sconfitti dopo una inutile quanto feroce resistenza a terra, decisero di dedicarsi alla pirateria: il loro quartier generale era a Segna, nel Quarnaro. Organizzarono veloci spedizioni di saccheggio contro le rotte turche ma anche contro la Repubblica di Venezia (soprattutto quando faceva pace con i turchi). Capaci di garantire un'efficace fanteria di mare, gli uscocchi erano assoldati anche come mercenari: molti prestarono servizio sulle galere della Lega Santa durante la Battaglia di Lepanto (1571). Insomma erano un fattore di destabilizzazione politico militare dell'adriatico decisamente rilevante (a Gorizia ne parleranno Riccardo Caimmi, Mimmo Franzinelli, Paolo Preto e Stevka Smitran).
Invece sabato gli storici Angus Konstam e Stephen Turnbull parleranno de «L'epoca d'oro della pirateria tra Oriente e Occidente». Una panoramica su tutta la pirateria di età moderna. Non solo quindi quella atlantica di cui si parla più spesso, ma anche la pirateria tra Cina Giappone e Corea che viene spesso dimenticata (e di cui Turnbull è un vero esperto). Di Konstam invece è stato appena tradotto dalla Leg Pirati e Corsari. Uomini e navi (1660-1830): una delle panoramiche più complete sulla pirateria occidentale. Si va dalla descrizione sociologica degli equipaggi che riserva qualche sorpresa - «Una buona parte dei pirati diventavano tali quando la nave mercantile su cui prestavano servizio veniva abbordata» - a gustosi ritratti dei pirati più famosi. Insomma a Gorizia ci sarà tutta la filibusta. Almeno in spirito e memoria.

Non mancheranno nemmeno i pirati che si opposero a Pompeo: animeranno, sempre sabato, «Roma in lotta con i pirati» (interverranno Irene Fosi Maria Lepori e Owen Moore).

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