L'arte a Torino? Digitale, globale, ambientale

da Torino

Mentre nei palazzi romani il ministro Franceschini presenta ufficialmente i venti neodirettori dei grandi musei statali, in un dancing di Torino, Carolyn Christov-Bakargiev racconta il suo progetto di direzione per la Gam e il Castello di Rivoli, il nuovo grande polo museale per l'arte moderna e contemporanea. E dunque sì, si parla di arte in discoteca, ma se ne sceglie una meravigliosamente vintage , il Le Roi Dancing Lutrario, disegnato nel '59 da Carlo Mollino. La sala è piena.

«È un compito che mi fa sentire piccola», dice Christov-Bakargiev e nessuno ci crede: con l'inconfondibile cadenza dei veri poliglotti (natali americani, padre bulgaro, studi e incarichi prestigiosi ovunque), ha le idee chiare. Il suo è un ritorno - non solo alle origini: la madre è piemontese - che non passa inosservato. La curatrice che ama definirsi solo una redattrice, l'ideatrice di «Documenta 13», unica manifestazione a essersi meritata, a distanza di due anni, non un banale catalogo ma il titolo del libro-consacrazione Kassel non invita alla logica (Feltrinelli) di Enrique Vila-Matas, ha già lavorato al fianco di Ida Giannelli a Rivoli: conosce le dinamiche dei musei italiani. Subito si dice attenta alla «salute economica» dell'istituzione e annuncia l'impegno a farsi «ambasciatrice» tra i suoi molti contatti nel mondo. Sarà operativa da gennaio, prima del 2016 non vedremo una mostra da lei firmata: chiede tempo per costruire l'identità di questo nuovo super-museo. Non anticipa titoli, ma cita dei modelli: se il MoMa è il paradigma dell'accessibilità figlia del pragmatismo americano, se la Tate di Londra è la celebrazione dell'istante e del progresso tipicamente britannico, se il Reina Sofia di Madrid lavora alla riformulazione della storia dell'arte su base post-coloniale e il Centre Pompidou di Parigi è la voce dell'immaginazione delle rivoluzioni artistiche, che museo ha davvero senso fare a Torino?

Christov-Bakargiev ha deciso di concentrarsi su tre direzioni: la rivoluzione digitale, la globalizzazione, la crisi ambientale. «Al centro dei progetti di ricerca ci sarà il concetto di embodied life , di vita incorporata, reale e digitale, di immaginario che deve dialogare con il quotidiano, di arte e scienza che dialogano tra di loro». Troppo vago? Christov-Bakargiev gioca in contropiede («sì, ci sarà anche un comitato scientifico, ma solo consultivo, perché, come tutti sanno, alla fine mi piace decidere tutto»).

E va sul pratico: vuole una navetta che colleghi direttamente la Gam e Rivoli e organizzerà presto un tour in pullman per il personale dei musei che dirigerà. Dieci giorni in Europa, con tappe nei migliori musei in Francia, Spagna, Belgio, Olanda: «Un modo per vedere come lavorano gli altri e per ispirare i dipendenti. Tappe in Italia? Non credo proprio».

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