nostro inviato a Vicenza
L'arte o è totale o non è. Per sprigionare la massima potenza di fuoco l'Arte deve unire forma, materiali, senso, bellezza, poesia, storia, dramma, racconto. E l'Arte è guerra: non riappacifica, ma assale lo spettatore. E così quando Roberto Floreani - artista veneto di sangue e di storia, cresciuto sull'Altopiano di Asiago che ha percorso mille volte alla ricerca dei segni lasciati dagli uomini e dai materiali della Grande guerra - ha deciso di raccontare, oggi, il conflitto di cento anni fa, lo ha fatto in maniera totale. Con la forza e con le armi della pittura, della scrittura e della recitazione.
Lo fa con un'azione scenica, la serata futurista Zang Tumb Tumb in programma l'11 dicembre al Teatro Comunale di Vicenza, da lui ideata e recitata: fra declamazione, musica, videoproiezioni e aerodanza ricorderà nella ricorrenza del centenario dell'inizio della guerra la pubblicazione di uno dei testi più rivoluzionari nella storia della letteratura. Lo fa con un libro, I Futuristi e la Grande Guerra (Campanotto), finalista quest'anno al Premio «Acqui Storia», dove racconta la battaglia artistica, ideale, politica e umana di Filippo Tommaso Marinetti e dei suoi fratelli per il fronte e al fronte. E soprattutto lo fa con la mostra Ricordare , realizzata negli spazi sotterranei del palladiano Palazzo Chiericati di Vicenza (aperta fino al 25 novembre) in cui recupera materialmente la memoria di quella guerra. Ma come?
Sulla scena dell'arte dalla metà degli anni Ottanta, oltre 60 mostre personali in Italia e fuori, entrato nel Padiglione Italia della Biennale di Venezia nel 2009, reduce quest'anno da una grandiosa esposizione personale al piano nobile del Palazzo della Gran Guardia di Verona (onore concesso a ben pochi artisti viventi), Floreani ha portato nelle sale-trincea dell'esposizione vicentina un gruppo di opere, leggerissime da una parte, perché di carta (sono «tele» multistrato realizzate con una particolare carta-tessuto fatta a mano con inserti di garza cannettata), e massicce dall'altro, perché trafitte, infilzate, «appesantite» - metaforicamente - dai residui della memoria e - fisicamente - dai residuati bellici. Roberto Floreani, pronipote di Leonardo, combattente sul fronte della Grande Guerra, ha percorso per anni quei sentieri, sull'altopiano. Ritornando ogni volta con un brandello dell'immane conflitto: pezzi di filo spinato, un peso da stadera, chiavi, uncini...
La
stratificazione dei materiali, quella dei fogli di carta, quella della memoria degli uomini. La forza dell'arte e il coraggio di un artista di oggi fanno ancora vivere, cento anni dopo, la forza e il coraggio degli eroi comuni di ieri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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