Appena insediatosi il nuovo consiglio d'amministrazione «rosa» del Maxxi di Roma (Giovanna Melandri presidente, Monique Veaute e Beatrice Trussardi consiglieri) si trova di fronte alla prima grossa grana da gestire: la mostra personale di sculture dell'artista americano Jeff Koons, che sarebbe dovuta inaugurare il 14 dicembre scorso, scompare dal calendario diffuso proprio dall'ufficio stampa del museo due giorni fa. Il programma da gennaio all'estate, infatti, prevede le personali di Alighiero Boetti, Luigi Ghirri e Francesco Vezzoli, una scelta tutta italiana in controtendenza rispetto alla politica internazionalista fin qui perseguita.
Cosa è successo dunque? Semplice ritardo o stop definitivo? Al Maxxi si chiudono in uno strano, imbarazzato, arrogante silenzio. La voce che circola più insistentemente è quella di un nuovo calendario da stabilire insieme al futuro direttore, che potrebbe non avallare in toto le scelte dei due direttori in carica, Anna Mattirolo e Margherita Guccione, ormai in via di benservito.
I motivi ipotizzabili per lo stop a Koons inducono a pensare che l'operazione sia ritenuta dal cda troppo costosa per le casse del museo, nonostante il neopresidente si sia fatto garante di un maggior flusso di denaro in arrivo per il 2013. Improbabile che la mostra sia stata «bocciata» dalla nuova dirigenza dal punto di vista estetico, in quanto Koons è uno dei 4-5 artisti contemporanei al mondo che ancora attrae il pubblico garantendo ottimi incassi al botteghino.
Annunciata come la mostra dell'anno avrebbe dovuto allietare il Natale dei romani amanti del contemporaneo; l'operazione, condotta da Antonia Pasqua Recchia, commissario subentrato a Pio Baldi, sarebbe stata possibile grazie al pesante intervento di uno sponsor privato, che molti indicavano in Fendi. Può darsi che un forte competitor nel settore moda sia inconciliabile con il nuovo cda dove siede Beatrice Trussardi, oppure che si sia preferito rimandare la mostra per non bruciarla in un periodo dell'anno giudicato forse non ottimale. A priori non si può escludere nulla, ma stupisce che il nuovo corso del Maxxi voluto dalla Melandri nel segno di una maggior trasparenza, nel giorno in cui si accenna alla modalità della scelta del nuovo direttore artistico che avverrà nei primi mesi del 2013 - i ben informati parlano di una rosa di 6-8 nomi di alto prestigio internazionale, con in testa Massimiliano Gioni (impegnato però a Venezia per la Biennale), Carolyn Christov Bakargiev (reduce dai successi di Documenta), l'ex Tate Vicente Todoli, gli ex direttori della Biennale Daniel Birnbaum e Bice Curiger, il francese Jerome Sans e il cinese Hou Hanru, mentre nella Wish List non ci sarà di certo Francesco Bonami che con la Melandi ha avuto violenti scontri pubblici - non sia riuscito a partorire una «scusa ufficiale» nascondendosi dietro grotteschi no comment degni della Pravda di epoca sovietica. Senza contare le ipotesi fantascientiche e apocalittiche (problemi legati addirittura all'urgano che ha investito New York nelle scorse settimane).
Nei corridoi del mastodontico spazio di Zaha Hadid nessuno risponde e nessuno richiama nonostante l'insistenza, i più coraggiosi confidano a denti stretti che insomma proprio non si può dire o meglio non dire perché.
Nel tardo pomeriggio, la direttrice della sezione Arti visive del Maxxi, Anna Mattirolo, alla quarta telefonata dichiara, non senza imbarazzo: «È accaduto che Jeff Koons non era pronto rispetto al progetto che aveva per il nostro museo. E quindi la mostra è stata sospesa». Domanda: «Sospesa o rinviata?». Risposta: «Non so».
Il giallo continua. Al di là del rammarico per il mancato (speriamo momentaneo) appuntamento con il New Pop di Koons, notiamo che oltre a direttori e programmi, la Melandri deve lavorare, e molto, anche sulla comunicazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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