Dall'Agenzia Letteraria Italiana di Chiara Boroli, la più antica d'Italia, avviata da un mito come Erich Linder nel 1946, arriverebbero Alberto Arbasino, Raffaele La Capria, Marco Lodoli, Antonio Moresco, Tiziano Scarpa, Patrizia Valduga, ma anche Silvia Day o Laura Lippman, per citare solo alcuni dei viventi. Dalla Luigi Bernabò Associates, agenzia fondata nel 1989 da Daniela e Luigi Bernabò e partita come scopritrice di talenti italiani e stranieri, nientemeno che calibri come Scott Turow, Michael Connelly, Jonathan Franzen, Dan Brown, ma anche Donato Carrisi, Paolo Crepet, Alain Elkann, Chiara Gamberale, Aldo Nove e anche qui tacciamo dei diritti sugli scomparsi. Mentre dal portfolio altrettanto prestigioso della Marco Vigevani & Associati, fondata solo nel 2001 da Marco Vigevani ma già ai vertici della considerazione in Italia e all'estero, autori da classifica e da premio come Andrea Bajani, Edoardo Boncinelli, Eva Cantarella, Aldo Cazzullo, Paolo Di Paolo, Diego De Silva, Melissa Panarello, Tim Parks, Massimo Recalcati, Antonio Scurati.
Messi assieme, fanno una scuderia di gran razza, su cui persino il famigerato squalo degli agenti letterari globali Andrew Wylie farebbe un pensierino (un anno fa si rumoreggiò proprio perché Wylie si fuse con Carmen Balcells, alla guida dell'agenzia di Barcellona specializzata in autori latinoamericani). Da ieri questo gran serbatoio di firme tutto italiano è una realtà. Si chiamerà The Italian Literary Agency, raccontando già dal nome di un mostro a due teste: attento agli autori locali ma proiettato sul mercato internazionale. Chiara Boroli di ALI assumerà la carica di presidente della nuova agenzia, Marco Vigevani sarà amministratore delegato e Claire Sabatié-Garat, sempre socia di Marco Vigevani, direttore operativo. Sin dall'annuncio, l'agenzia si propone «di accompagnare l'autore, sia già affermato sia esordiente, in tutte le fasi della creazione e della commercializzazione della sua opera, in Italia e sul mercato estero, nel campo audiovisivo, digitale e delle manifestazioni culturali». Esserci sempre, sia nel mondo reale che in quello virtuale, soprattutto nell'interazione social con i lettori, nella speranza di fare scouting anche grazie alle segnalazioni dei blogger. Sospettiamo infatti che fare fronte comune serva agli agenti letterari più per fronteggiare un esercito di self publisher e affrontare il disorientamento che deriva da autori che con una buona attività Facebook fanno alzare in 24 ore gli indici di Amazon che per spuntare condizioni migliori dagli editori. Una trincea necessaria in quello che una nota chiama «un periodo di tumultuose trasformazioni del mercato e dei modi di lettura».
Di fatto, quello che autori e agenti temevano e stigmatizzavano potesse accadere tra editori - il matrimonio tra Rizzoli e Mondadori - è accaduto tra agenti letterari: entro fine anno le tre agenzie si fonderanno anche fisicamente in un'unica sede, che per fatturato, come ha dichiarato lo stesso Vigevani, sarà la più grande agenzia letteraria italiana. Anzi, l'agente letterario Roberto Santachiara sostiene che la maxifusione sia «la giusta risposta alla Rizzadori/Mondarizzoli». Mentre Tettamanti di Grandi&Associati - come ha dichiarato a ilLibraio.it - spera che l'Antitrust chiuda un occhio... «Del resto io sono sempre stato favorevole a un solo editore, una sola agenzia letteraria e magari anche un solo autore e un solo libro...».
In fondo anche qui si potrebbe, per fare un po' di fantaeditoria, verificare se ci siano le condizioni di un monopolio: in tal caso, se la neonata agenzia pretendesse, per ipotesi, diritti più alti degli altri, quale autore oserebbe rifiutare?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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