Quattro secoli dopo, Galilei torna a dar battaglia all’astronomo del Papa

Al Collegio Romano, nel luogo che fu seminario dei gesuiti, il liceo "Quirino Visconti" organizza le celebrazioni in ricordo dell’astronomo e matematico Cristoforo Clavio. Spettacoli, seminari e convegni di alto valore scientifico. Ma anche il pretesto per immaginare una scuola diversa, che diventi "fabbrica di cultura"

Può la scuola italiana, in momenti di crisi epocale come quelli che viviamo, aspirare a qualcosina di più? Può, anzi deve. O dovrebbe, se vogliamo restare con i piedi per terra. Può allora un istituto scolastico, negli ambiti dettati dalla propria autonomia, cercare strade nuove, diverse, tentare di riappropiarsi del ruolo di «centro culturale»? Provare a sottrarsi al già difficoltoso tran tran di finanziamenti con il contagocce, al tourbillon di insegnanti precari, ai mille bastoni fra le ruote messi dalla burocrazia? Compito improbo, a prima vista. Eppure, per ritagliarsi una funzione più elevata del semplice «diplomificio» - attività comunque non scontata, laddove si assicuri qualità d'insegnamento e opportunità per gli studenti - basta poco. Impegno, fantasia, determinazione. Esempio di questo ambizioso itinerario è quanto sta realizzando, gradino dopo gradino, uno degli istituti liceali più noti e prestigiosi di Roma, l'«Ennio Quirino Visconti». Primo liceo della Capitale all'indomani della breccia di Porta Pia. La sua sede e la sua storia - già seminario dei gesuiti in piazza del Collegio Romano - assegnano a questa vera istituzione nel cuore di Roma una vocazione ben precisa: essere faro di cultura e dinamico propulsore di un «rinnovamento nella tradizione». «Vorremmo tornare a essere produttori di cultura- dice la preside, professoressa Clara Rech-, aprendoci sempre più al territorio e alle collaborazioni con il mondo scientifico . Questo senza tradire, naturalmente, il mandato di formatori dei cittadini del domani». Basandosi su questi principi cardine, sulla collaborazione e apertura mentale dei docenti e del Consiglio d’Istituto, il liceo classico ha lanciato già lo scorso autunno le celebrazioni per i 400 anni dalla morte del matematico e astronomo Cristoforo Clavio. Nome dimenticato dai più, eppure legato a filo doppio alla storia dei Papi a cavallo del XVI secolo. Dalla riforma del calendario giuliano, che Gregorio XIII affidò ai calcoli di una commissione presieduta appunto dall'«Euclide dei giorni nostri» (così lo definì il Pontefice), agli atti istruttori del processo a Galileo Galilei. Curioso di osservazioni astronomiche e fedele assertore del sistema tolemaico, il bavarese Clavio, stabilitosi alla corte papale, fu incaricato di giudicare l'attendibilità delle scoperte di Galilei, con il quale si era incontrato nel 1611 e continuò a tenersi in contatto anche successivamente. È proprio sulla base di questo intenso rapporto scientifico che l' «Ennio Quirino Visconti» ha dato una veste compiuta alla ricorrenza della sua morte (che avvenne il 12 febbraio 1612) con una serie di manifestazioni di altissimo valore scientifico. Nei luoghi delle osservazioni di Clavio e dei suoi contatti con Galilei, nel bellissimo cortile con porticato, nella biblioteca e nell'aula magna, dal 19 settembre al 18 ottobre avranno luogo spettacoli, conferenze e un convegno di studi aperti a un pubblico di scienziati, docenti, genitori e studenti (tutte le iniziative, con ingresso gratuito, sono consultabili sul sito: www.liceoeqvisconti.it). La «prima» mercoledì 19 (repliche fino al 23) con la messa in scena nel cortile di «Vita di Galileo» di Brecht, adattato da Pina Catanzariti, a cura di Marcello Cava. La «chicca», che riprende il filo ispiratore degli incontri, consiste nel fatto che alla messa in scena parteciperanno sia attori professionisti che docenti universitari e studenti (attori e musicisti). Dal 25 al 27, nella Biblioteca, sarà la volta di «Fisici» di Friedrich Durrenmatt, commedia noir scritta nel 1962 in risposta al testo di Brecht (per le prenotazioni, occorre contattare il sito: www.alyax.eu). Ogni giorno, dal 20 al 26, ci saranno poi conferenze in aula magna. Tra gli scienziati invitati: Michele Emmer, Piero Marietti, Paolo de Bernerdis, Guido Martinelli. La manifestazione, dall'immaginifico titolo «Poche volte vide il mondo i maestri andare a scuola…», si chiederà il 18 ottobre, con un'intera giornata di studi e la partecipazione di studiosi da tutta Italia. Un bel modo di cominciare l'anno scolastico, dunque, reso possibile dalla sinergia messa in campo tra il «Visconti», l’università «La Sapienza» e l’Ufficio scolastico regionale. Ma soprattutto premessa (e promessa) di altri spunti nel futuro. Un esempio che vorremmo fosse seguito da altri per ridare, alla scuola italiana, un prestigio e una vitalità nuova, che prescindano magari da finanziamenti che si assottigliano di anno in anno. Che la scuola, insomma, non sia più luogo di sofferenza per professori sfiduciati, studenti svogliati (e genitori avviliti), bensì una porta spalancata sul domani della società.

Una fabbrica del sapere che si metta in gioco e sappia iniettare linfa fresca a prescindere dai guai, a prescindere dalla politica. Perché insegni ai ragazzi come ci si costruisce il futuro con le proprie mani. E la propria mente.

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