Dal rigattiere di parole: Ratafià

Sul significato tutti i dizionari concordano: “liquore ottenuto da succhi di frutta, alcol, zucchero, sostanze aromatiche, toniche e amare” (Zingarelli). I misteri avvolgono, invece, l'etimologia

Dal rigattiere di parole: Ratafià

Sul significato tutti i dizionari concordano: “liquore ottenuto da succhi di frutta, alcol, zucchero, sostanze aromatiche, toniche e amare” (Zingarelli). Qualcuno indica come materia prima le ciliegie selvatiche, altri le ciliegie visciole, altri ancora le ciliegie amaresche; insomma, ciliegie. Ma se il ratafià è una sorta di rosolio, “di sapore gradevole e bassa gradazione, ottenuto dai succhi fermentati di vari frutti”, viene da pensare che anche il limoncello o il mandarinetto facciano parte della sua famiglia.

I misteri avvolgono, invece, l'etimologia. Per alcuni (Zingarelli, Devoto Oli), la parola ha origini creole, e passa attraverso il francese. Il Panzini richiama voci orientali: “rack” o “arack” è l'acquavite di riso, “tafia” è l'acquavite di canna da zucchero.

Per il Cardinali viene dal francese “rectifié”, sottinteso “brandevin”, acquavite (un'acquavite “rettificata”, cioè); e continua: “probabilmente è voce corrotta dal tedesco “rath”, rosso, e “saft”, sugo. Il Tommaseo scomoda il verbo latino “flo”, soffiare, spirare, mentre il Panzini ricorda la “ratafiat conventio”, il bicchiere che si beve nello stringere i patti.

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