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Se la fisica sa giocare con il pallone da rugby

Che cosa c'è di più casuale del rimbalzo di un pallone da rugby? Nulla, apparentemente. E proprio l'imprevedibilità dei comportamenti dell'ovale è uno degli elementi di fascino di questo sport, una caratteristica che riassume la sua differenza da tutti gli altri sport di squadra. Ma il caso può essere esplorato. Per esempio, dagli esperti di fisica quantistica. Ma come fare dialogare il rude mondo del rugby con la teoria pura?
La risposta ha un nome e un cognome: Jonny Wilkinson. Wilkinson è uno dei più grandi rugbisti di questo secolo. Era il mediano di apertura della nazionale inglese, inventore di una tecnica di calcio (a chiappe in fuori, potremmo definirla) imitata in tutto il mondo. E autore del calcio di rimbalzo che all'ultimo istante della finale della Coppa del Mondo 2003 diede all'Inghilterra la vittoria contro l'Australia. Quel drop (tecnicamente si chiama così) fu in parte frutto del caso. Ma il caso è qualcosa che possiamo esplorare. Come Wilkinson racconta in un'affascinante discussione del 2011 con i fisici Étienne Kleinn e Jean Iliopoulos, divenuta ora il libro Rugby quantistico (Add Editore, pagg. 93, euro 8).
«All'inizio degli anni Ottanta - ricorda Kleinn - Le Monde dedicò una prima pagina a un esperimento condotto presso l'Institut d'Optique da un gruppo di fisici che volevano appunto risolvere la questione del caso in meccanica quantistica». E, attraverso gli imperscrutabili canali mentali di un rugbista anomalo, anche Wilkinson è arrivato a esplorare il caso alla luce della fisica: «Prima di tutto mi sono rivolto al buddismo, che mi ha permesso di trasformare la mia visione del mondo, di affrontare meglio le pressioni quotidiane. E poco dopo ho scoperto che c'erano dei legami tra il mio lavoro e la fisica quantistica». Perché il caso, spiega il grande campione, è qualcosa che può essere compreso e per alcuni aspetti anche condizionato: «Se calcio il pallone una, cento, mille volte, alla fine posso arrivare a riprodurre lo stesso risultato in partita e durante un allenamento. E poco alla volta ho la sensazione di poter controllare tutto». Cioè, come spiega Klein, «in fisica quantistica tutte le traiettorie si sommano, perché questa fisica è basata sulla regola dell'addizione, ed è la loro somma che crea la possibilità effettiva di andare dal punto A al punto B». Cioè al pallone calciato da Wilkinson di finire in mezzo ai pali.
Dopo di che Iliopoulos si lancia a dire che «si può fare anche una lettura termodinamica del rugby».

Ma qui ci si consenta di abbandonarlo al suo destino.

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