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Il verso giusto Poesia L'acuta trasparenza di Broniewski


di Nicola Crocetti


Come notte di maggio tu giungi,
che sonnecchia nel timo, d'argento,
come luna va il sonno più lungi,
e di timo profuma il tuo accento,
vai silente per tenebre insonni
- così il bosco di notte conversa -
frasi oscure, sussurri i tuoi sogni,
e ti bagna una voce sommersa...
Ma non basta! No! Questo è poco!
Il tuo suono ci offusca la mente!
Dona ai vivi un respiro di fuoco,
dona ali ed un vento ruggente!
Il sussurro a noi più non basta.
La tua voce è ormai fredda, meschina.
Col tamburo la marcia sovrasta!
Fatti sferza! Coi canti trascina! \
(Traduzione di Paolo Statuti)


Poeta, soldato valoroso, patriota, rivoluzionario, autore di liriche romantiche e di poesie propagandistiche, Wladyslaw Broniewski (Plock 1897 - Varsavia 1962) è stato a lungo ignorato e rimosso dall'accademia del suo Paese, e soltanto a trent'anni dalla sua morte gli è stato riconosciuto il posto che gli spettava nella letteratura polacca. Adolescente, aderisce ai circoli studenteschi clandestini e viene arrestato. Durante la Grande guerra, dopo l'occupazione tedesca, abbandona la scuola per arruolarsi nelle Legioni del leader indipendentista Pilsudski. Nel 1918, nella Polonia ormai libera, riprende gli studi e si laurea in Filosofia. Quando, nel '19, scoppia il conflitto con la Russia sovietica, torna a combattere, meritandosi quattro volte la Croce al valor militare.
Rivestiti gli abiti civili, negli anni '20 si dedica alla poesia, traduce in polacco Majakovskij, Blok, Pasternak, Brecht, e nel '25 pubblica la prima raccolta di versi,
Le tre salve, cui ne seguiranno un'altra decina. Nel '40, a Lwów, è arrestato con una falsa accusa dagli occupanti sovietici. Liberato l'anno dopo, segue l'esercito del generale Anders in Medio Oriente, e fino al termine della guerra soggiorna in Palestina, tormentato dall'esilio e dalla sorte del suo Paese. Torna in patria nel '46, e da allora la sua poesia accompagna la rinascita della Polonia dalle rovine della guerra. Il volume La speranza, del '51, è ispirato all'entusiasmo per la ricostruzione del Paese e alla fede nel socialismo.

Dedica poesie toccanti alla moglie Maria, già internata ad Auschwitz, e all'amatissima figlia Anka, morta suicida. Maestro della parola e dell'immagine poetica, Broniewski ha la semplicità e la trasparenza che solo i più grandi lirici raggiungono.

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