(...) Martedì sera allordine del giorno cera il parere sul Puc, il piano urbanistico comunale. In altre parole, il destino prossimo della città. Non che il parere del Municipio conti qualcosa, visto soprattutto come considera il decentramento Marta Vincenzi, ma comunque per regolamento entro il 30 settembre doveva arrivare il parere. Ma la sinistra, che teoricamente avrebbe ora la maggioranza dopo ribaltoni e tradimenti, si presenta con la solita aria di superiorità. Il capogruppo Giuliano Bellezza fa anche la morale agli avversari, che a suo dire non si sarebbero neppure preparati a questo importante voto.
Peccato che quando sono circa le otto di sera, Maria Peter, una che i voti li ha presi a destra e portati a sinistra venendo premiata con assessorato e ruolo da vicepresidente, lascia laula. Con la filastrocca del «superiore» capogruppo Pd ancora nelle orecchie, i consiglieri di centrodestra si guardano intorno e fanno di conto: quelli bravi, i maestri di politica, non hanno neppure i numeri per tenere in piedi la baracca. Sono 11 e in aula devono esserci almeno 12 persone. Se lopposizione esce, manca il numero legale. «Proprio in risposta a questa loro lezione morale abbiamo deciso di uscire - sottolinea Enrico Cimaschi, ex presidente di centrodestra - Noi abbiamo fallito, è vero, ma dopo aver toccato il fondo, in questa situazione abbiamo dato segnali di svolta. Ci tengo a dirlo perché dobbiamo imparare a tenere la testa alta, non dobbiamo prendere lezioni da chi si crede solo superiore».
La spocchia della pseudomaggioranza fa il resti. Lassessore dei Verdi, Vincenzo Lagomarsino, che già aveva detto di essere pronto a far fare le vere modifiche al Puc dai propri partiti in Comune, fiuta la disfatta e chiede la «sospensione» della riunione per 5 minuti. Magari per andare a cercare Maria Peter. Gli «impreparati» di centrodestra però così sprovveduti non sono. Alberto Loi fa notare che con luscita degli 8 consiglieri il numero legale è già mancato, la seduta è chiusa. Anche il dirigente del Municipio deve ammettere, timbrare il cartellino e salutare tutti. Il presidente Michele Razeti resta tutto solo con la sua figuraccia. Ora prova a recuperare e ha già fissato per il 3 ottobre un nuovo consiglio. «Stupisce che la maggioranza sia così impreparata per un documento politico tanto importante - sorride ora Loi - Tra laltro siamo già pronti a invalidare la convocazione durgenza per il 3, visto che il parere doveva essere dato entro il 30 settembre.
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